Lodi, il blitz di Matteo Renzi all’Icr

«Siete l’esempio dell’Italia più bella, che continua ad andare avanti». Così Matteo Renzi “strizza l’occhio” al mondo produttivo lodigiano. Ieri, con le maestranze e i dirigenti, il presidente del Consiglio ha visitato alcuni dei reparti della Icr (Industrie cosmetiche riunite), colosso dei profumi che ha recentemente assunto 205 dipendenti, stabilizzandoli sfruttando il Jobs Act.

Con un grembiule bianco indosso e accompagnato dal vice segretario nazionale Pd Lorenzo Guerini, il presidente del consiglio ha potuto vedere da vicino le attività di confezionamento e realizzazione di essenze di marchi prestigiosi come Bulgari e Ferragamo, oltre a Ferrè, Pomellato, Trussardi, Blumarine. E ha elogiato i risultati ottenuti dal gruppo guidato dal presidente Roberto Martone, con le figlie Ambra e Giorgia: 86 milioni di pezzi prodotti, esportazioni in 120 mercati mondiali e il riconoscimento di un’eccellenza che è tra le prime cinque del settore a livello globale.

Numeri che sono il trampolino di lancio per nuovi investimenti, con la costruzione di nuove strutture produttive. La simbolica prima pietra del cantiere è stata posata da Renzi che, affiancato dai tecnici e una gru, ha appoggiato il primo blocco del capannone che dovrebbe essere ultimato entro fine 2016. «Mi prendo un impegno, da qui ad un anno, quando ci sarà l’ultima pietra di questo impianto, l’Italia sarà un Paese che avrà sempre più fiducia in sé stesso e nel suo futuro», sottolinea il capo del governo. Una sfida, ribadita più volte, che poggia anche sulle riforme: in primo luogo quella del lavoro. Dei 205 assunti all’Icr, 182 sono stati infatti stabilizzati grazie al Jobs Act, il provvedimento del governo per rendere più flessibile il mercato del lavoro. Il presidente del Consiglio ha citato poi i benefici introdotti per rilanciare gli investimenti e favorire lo sviluppo, lo sconto fiscale chiamato “super ammortamento”. «Il compito della politica è smetterla di fare chiacchiere - sollecita -. L’Italia riparte perché c’è gente che pensa che il passato è bellissimo, ma il futuro è ancora più bello».

Sul palco vicino al sindaco di Lodi Simone Uggetti e al primo cittadino di Boffalora Livio Bossi, al fianco delle autorità del territorio, il premier si è fermato per farsi fotografare con i dipendenti dell’azienda. E con una battuta ha escluso interventi sulla reversibilità delle pensioni: «Ho incontrato una persona che lavora qui da 29 anni e naturalmente mi ha chiesto della pensione. Le ho detto che questa cosa della riversibilità non vale, è una balla che hanno scritto». Ha poi aggiunto: «Quando Martone ha iniziato nel 1975, io ero appena nato, ha dimostrato che dal niente può nascere una realtà che è tra le prime cinque al mondo nel suo settore, che continua a stare sull’alta gamma. C’è quindi la qualità di un’azienda, di un territorio che fa cose belle, di un sindaco che investe e c’è un’Italia che non ne può più di quelli che criticano soltanto». Il passaggio lodigiano di Renzi è durato meno di un’ora, perché il premier in tarda mattina era atteso a palazzo Reale a Milano per un incontro organizzato dalla Camera della Moda e al Piccolo Teatro per la presentazione di Italia 2040 “Human Technopole”, il progetto per il nuovo polo di ricerca del “dopo Expo”. «Sono molto fiero e orgoglioso - conclude all’interno del sito produttivo di Lodi - un imprenditore che ci crede, una famiglia che sta con lui, donne e uomini che lavorano con costanza e dedizione, che si può voler di più, questa è un’azienda leader nel mondo». Di fronte a un grande spiegamento di forze, inseguito dai flash dei fotografi, circondato da politici, infine ha lasciato Lodi.

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