LODI Aule che mancano e lavori in ritardo, la protesta dei presidi

Sotto accusa la Provincia: «Non ci ha dato risposte». E i genitori non sanno dove mandare i figli

I presidi a Lodi hanno chiesto aule fuori dalle scuole, ma non sono arrivate. Hanno chiesto lavori dentro le scuole, ma non sono arrivati. Le famiglie hanno chiesto posti per mandare i loro figli a scuola, ma questi non sono arrivati. L’anno scolastico, a detta dei presidi, parte un po’ più faticosamente di quanto già non potesse essere tra l’applicazione di una norma e l’altra.

«Quello delle famiglie che non sanno dove mandare i figli è un problema serio», spiega la preside dell’istituto Volta Luciana Tonarelli. Al Volta ne hanno già dovuti respingere 30. Si tratta degli studenti che prima magari andavano a scuola a Milano e adesso, per sicurezza, i genitori non vogliono più farli viaggiare. Sono quelli che hanno ottenuto il ricongiungimento famigliare, quelli che hanno traslocato con la famiglia. Gli studenti dell’ultima ora ci sono sempre stati, ma se prima si accoglievano, adesso con la scusa di un metro di distanza tra un banco e l’altro, non si può più. Ieri, al Volta, è stato votato il piano scuola. Le prime e le quinte, 25 classi in tutto, faranno sempre lezione in presenza. Per i primi 15 giorni, comunque, andranno a scuola tutti in presenza. «I ragazzi - dice la dirigente - hanno bisogno di ritrovarsi». Anche se, a turno, qualche classe resterà a casa. «Abbiamo 67 classi e 67 aule - dice la dirigente -, ma non mi assumo la responsabilità di far venire a scuola contemporaneamente 1500 studenti e 200 persone tra personale docente e Ata». Il contingente Covid al Volta non è ancora arrivato. Ci sono 18 bidelli, uno in più dell’anno scorso, ma con tutto quello che c’è da fare non bastano. E per quanto riguarda i docenti ne mancano 40. «Ho paura che al primo caso positivo ci chiudano la scuola». Ieri, al Volta, sono state consegnate 8mila mascherine. Sono attesi, invece, circa 400 banchi. La Tonarelli aveva chiesto 4 aule in più fuori dall’istituto, per il professionale, ma non sono arrivate. «Ci hanno proposto solo l’oratorio di San Fereolo - dice - siamo andati a vedere. Il parroco era contentissimo, ma purtroppo le aule erano troppo piccole».
È l’unica proposta che le hanno fatto.

Anche la dirigente del Gandini e del Verri Giusy Moroni aveva chiesto che venissero realizzate delle opere, ma non ha avuto risposte. I cantieri per l’impianto anti incendio sono in corso, anche se i lavori sono in ritardo, così come la consegna di 4 aule e un laboratorio, ma degli altri lavori non c’è traccia. «Avevamo chiesto di sistemare l’area esterna per alleggerire le palestre - spiega la dirigente - , di risolvere il problema dei parcheggi e di fare dei posteggi coperti per le biciclette, sia al Gandini che al Verri. Volevamo incentivare la mobilità sostenibile e agevolare il trasporto pubblico. Se le bici stanno al coperto, le persone sono incentivate ad utilizzarle. La Provincia non ha risposto. Anche ieri, durante un incontro, ho tentato di chiedere, ma non è stato possibile».

La dirigente del Gandini è scontenta.«La Provincia dovrebbe esercitare una funzione di coordinamento per il Covid, in base al decreto scuola del 26 giugno, invece ha fatto solo una ricognizione iniziale delle necessità, ma poi non ha dato corso alle richieste».

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