LODI Almeno 800 i lodigiani contagiati: i luoghi di lavoro a rischio Covid

Due i deceduti nel territorio, la Lombardia “maglia nera” per denunce di infortunio

Nel Lodigiano si sono contagiate più di 800 persone sui luoghi di lavoro nel corso del 2020, due gli esiti mortali. L’Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro ha diffuso ieri i dati relativi alle denunce di infortunio sul lavoro per Covid-19 al 31 dicembre.

La Lombardia è la regione che ha il primato per denunce totali e per quelle mortali dovute al Covid-19. Le denunce di infortunio sono 37mila 208, il 28,4 per cento del totale nazionale di 131mila 090. I 159 lombardi morti per Covid-19 contratto sul posto di lavoro invece rappresentano il 37,6 per cento del totale nazionale di 423. La provincia più colpita è stata Milano con 14mila 493 casi (il 39 per cento della Lombardia), seguita da Varese e Brescia. Lodi è il territorio che alla fine ha avuto il minor numero di denunce di infortunio da Covid-19 in Lombardia, 829, pari al 2,2 per cento del totale regionale: forse anche a causa della chiusura anticipata della zona rossa, e sicuramente per il maggior impatto della prima ondata e quindi una reazione immediata delle imprese. A contagiarsi sul posto di lavoro nel Lodigiano sono stati 597 uomini e 232 donne, e ci sono state due denunce con esito mortale. A livello lombardo, tra i settori dove maggiormente si è stati esposti al contagio figura al primo posto per netto distacco, come prevedibile, quello della Sanità e del Socio-Assistenziale con 27mila 533 denunce. Tre su quattro delle denunce all’Inail per la Lombardia sono arrivate da questo comparto, il 74 per cento dei casi totali, Nelle attività manifatturiere, secondo settore per numero di contagi, si sono ammalati 2mila 679 lavoratori, pari al 7,2 per cento. Terzo per numero di contagi è stato il settore del Noleggio e servizi alle imprese, con 1674 contagiati, il 4,5 per cento.

I dati Inail nazionali e regionali sono stati rielaborati per territori da parte della Cisl Lombardia. «La Lombardia nel 2020 ha il tragico primato nel Paese, anche a causa di un sistema della prevenzione che nella nostra regione deve essere rafforzato negli organici, nell’organizzazione, nel controllo e nelle attività di promozione della salute e della sicurezza negli ambienti di vita e di lavoro – commenta Pierluigi Rancati, segretario Cisl Lombardia –. La riorganizzazione del sistema sanitario lombardo che Regione deve fare nelle prossime settimane serva a rilanciare politiche ed azioni dedicate alla prevenzione della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro e ad alzare il livello della tutela di lavoratrici e lavoratori».

A livello nazionale, le infezioni da Covid-19 denunciata ad Inail al 31 dicembre sono 131mila 090 pari al 23,7 per cento del totale delle denunce di infortunio del 2020 e pari al 6,2 per cento dei contagiati nazionali comunicati dall’Istituto Superiore di Sanità a quella data. Oltre 75mila denunce, il 57,6 per cento del totale, sono concentrate nel trimestre ottobre-dicembre, quello della seconda ondata, mentre nel trimestre marzo-maggio all’esplodere della pandemia erano state circa 50mila, il 38,5 per cento. Il mese con il maggior numero di casi segnalati è stato novembre, con 36mila denunce.

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