Lodi, una 73enne cade nella rete dei truffatori e invia due bonifici da circa 2500 euro

Un’altra vittima ha capito invece l’inganno e si è rivolta alla polizia

«Mamma, il mio telefonino è caduto nel water, è fuori uso e sto utilizzando questo numero per chiederti un favore». I messaggi su Whatsapp che hanno preso di mira due persone residenti a Lodi, al Chiosino e a San Fereolo, hanno seguito lo stesso identico schema. Nel giro di due settimane, infatti, lo stesso raggiro è costato caro a C.S. di 73 anni residente al Chiosino che, cadendo nella rete del malfattore, ha eseguito, come richiesto, due bonifici, da 2.500 e da 2.600 euro nel giro di due giorni. «I messaggi arrivavano da un numero sconosciuto con prefisso 351 - racconta la vittima che ha fatto denuncia alla questura di Lodi -, e il truffatore è stato abilissimo a mantenere la conversazione in chat tant’è che non ho mai dubitato: ho dato per scontato che si trattasse proprio di mia figlia». Vero esperto del settore, il truffatore ha saputo estorcere la somma di denaro, fingendosi la figlia che doveva saldare un acquisto on line: «Era già capitato che mia figlia facesse acquisti su internet per cui non mi è sembrato strano». Ma mentre C.S. è caduta in pieno nella truffa, M.M. di San Fereolo, dopo essersi confrontata con il marito P.C. ha capito che qualcosa non tornava e ha rifiutato di eseguire il bonifico istantaneo come richiesto via messaggio dal numero con prefisso 350. «Dopo aver capito che si trattava di una truffa, abbiamo informato la Polizia che ci ha messo in guardia: «Truffe di questo genere si stanno verificando di frequente a Lodi - ha spiegato la vittima - e, l’Iban che ci è stato scritto per il bonifico corrispondeva a una banca irlandese». Queste le informazioni che la coppia ha reperito dalle forze dell’ordine, che già da tempo si stanno occupando dei raggiri ai danni dei lodigiani. «Vorrei che passasse questo messaggio - dice la donna rivolta alle persone anziane -: non rispondete ai messaggi di numeri che non conoscete, avvisate le forze di Polizia e chiamate il numero di vostro figlio per accertarvi personalmente della situazione».

© RIPRODUZIONE RISERVATA