Lodi, 235 milioni bruciati al gioco

Oltre 235 milioni in un anno se ne sono andati in gratta e vinci, newslot e lotterie. Secondo i dati del 2010 i lodigiani sono in prima linea nella ricerca della fortuna.

Lodi risulta 21esima su 103 province per entità di scommesse. È tra le prime 43 che spendono più della media nazionale. Il 4,45 per cento del loro prodotto interno lordo, infatti, se ne va in scommesse, per un totale di 1.147 euro pro capite.

L’importo totale giocato, nell’arco dell’anno, ammonta a 235milioni, 676mila e 699 euro. I dati sono quelli messi in rilievo dall’analisi di Maurizio Fiasco, nell’ambito della ricerca annuale per la Consulta nazionale antiusura esposta alla commissione antimafia e pubblicati lunedì dal Sole 24 ore. I fan dell’azzardo, ai vertici della classifica, sono i pavesi, con 2.125 euro pro capite e il 7,89 per cento del loro pil giocato; subito dopo arrivano i comaschi con 1504 euro pro capite, poi i milanesi con 1235.

Lodi, con i suoi 1147 euro, arriva poco dopo, ma la sua realtà è assimilabile a quella di Lucca (1155) e Verbania (1159). Se si guarda la percentuale del Pil, 4,45, però Lodi per poco non è tra le 20 province che superano il 5 per cento. Nello stivale, nel 2010, la spesa delle famiglie per consumi generali è cresciuta del 2,5 per cento, ma l’importo giocato ha subito quasi una crescita del 13 per cento, mentre il ricavato lordo per l’erario, è aumentato solo del 3 per cento, da 8,8 a 9,1 miliardi.

Ad andare per la maggiore, infatti, ormai, sono i giochi cosiddetti di “bassa soglia”, newslot, gratta e vinci e lotterie. Se molti giocano senza accorgersene, per altri, invece, si tratta di una vera e propria dipendenza. Tra 2008 e 2009, infatti, i giocatori d’azzardo in cura al servizio dipendenze dell’Asl di Lodi, guidato da Claudio Filippi, sono passati da 28 a 40, 16 dei quali nuovi utenti. Fino ai 29 anni il gioco d’azzardo, nel Lodigiano, è prettamente maschile. Le donne incominciano a giocare, invece, nella fascia tra i 30 e i 39. Fanno la parte del leone sopra i 50 anni. Tra i 50 e i 59, infatti, le femmine rappresentano il 57,2 per cento contro il 15,2 dei maschi. Sopra i 59, le donne sono il 28,6 per cento contro il 17,8 dei maschi. Tra 2008 e 2009, c’è stato un leggero calo del fenomeno tra i giovani. Se nel 2008 i ragazzi sotto i 19 anni erano il 4,5 per cento, nel 2009 si sono ridotti al 3 per cento. In diminuzione anche la fascia successiva, quella fino ai 29. Nel 2008 erano il 9 per cento e l’anno dopo sono diventati il 6 per cento. Numeri che comunque non sono affatto marginali.

La maggior parte dei giocatori è in possesso di licenza di scuola media (53,8 per cento), mentre il 30,8 per cento ha un diploma superiore e il 15,4 un diploma di scuola elementare. Nessuno degli utenti è laureato. Tra i giocatori il 61,8 per cento ha un lavoro e il 21,6 è disoccupato. Solo l’1,1 per cento è studente e il 31 per cento pensionato. Nel Lodigiano, secondo i dati raccolti dall’Asl, le slot machine sono 1534 e 771 i centri di gioco, tra ricevitorie e punti scommesse. Per questo motivo, l’Asl ha portato avanti, alla fine del 2010, la campagna di prevenzione “Non giocare vinci”, un progetto da 34mila euro, realizzato con 17mila euro dell’Asl, il restante 50 per cento suddiviso tra fondazione comunitaria e donazioni di provincia, 22 comuni e ufficio di piano.

Sul fronte della cura, invece, oltre al Sert, un ottimo lavoro viene svolto dai gruppi di auto aiuto. Quello più vicino a Lodi si trova a Vizzolo, presso il circolo socio culturale di via Giuseppe Verdi 16 (tel. 3464713139; [email protected], www.giocatorianonimi.org; numero nazionale: 338/1271215).

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