L’obbligo del bancomat fa discutere

Da ieri artigiani, commercianti, avvocati, notai e commercialisti

devono dotarsi di Pos per i pagamenti

superiori ai 30 euro: «Il costo annuo

di gestione è tra i 400 e i 600 euro»

L’obbligo, in vigore da ieri, sta facendo discutere. Artigiani, ambulanti, commercianti, ma anche gestori di pubblici esercizi e professionisti devono dotarsi di Pos per i pagamenti elettronici sopra i 30 euro. Tradotto in linguaggio pratico, d’ora in poi anche la semplice riparazione a domicilio di un fabbro, di un elettricista oppure di un idraulico potrà essere pagata con bancomat o carta di credito, a discrezione del cliente che può comunque utilizzare ancora i “vecchi” contanti.

La novità agevola i consumatori, punta ad allineare l’Italia ad altri paesi europei e agli Stati Uniti e mira a contrastare l’evasione fiscale, perché anche in assenza di fattura rimane traccia del pagamento elettronico. Le associazioni di categoria tuttavia segnalano che questa piccola rivoluzione non servirà a molto sul fronte dell’evasione e rischia di provocare problemi a numerosi piccoli artigiani e alle botteghe. A questo va aggiunto che l’obbligo di dotarsi di Pos è dettato dalla legge, al tempo stesso però non ci sono sanzioni per chi non lo rispetta, se non quella del “mercato”, che equivale a perdere il cliente.

Le associazioni lodigiane degli artigiani si sono attrezzate per tempo per agevolare gli iscritti, attraverso convenzioni con gli istituti di credito. Confartigianato Imprese della Provincia di Lodi ha ufficializzato oltre un mese fa un accordo con la Banca Popolare di Lodi che prevede condizioni vantaggiose per il Pos e un corso di formazione. Un altro accordo, sempre con la Banca Popolare di Lodi, è stato raggiunto dall’Unione artigiani della Provincia di Lodi. «La principale criticità riguarda i costi aggiuntivi a carico degli artigiani - sottolinea Vittorio Boselli, segretario di Confartigianato -: occorre considerare che la spesa media annua per dotarsi di Pos varia tra i 400 e i 600 euro mentre i pagamenti in molti casi sono davvero esigui, tali da non rendere neppure necessario l’utilizzo degli strumenti elettronici da parte della clientela. Penso, solo per fare un esempio, alle panetterie. Questa nuova normativa pare tanto l’ennesima gabella». Confartigianato ha abbattuto i costi attraverso la convenzione con la Banca Popolare di Lodi. Boselli invita però anche «le altre banche locali, a partire dal credito cooperativo, ad agevolare i correntisti calmierando i costi di fornitura e gestione dei Pos».

Mauro Sangalli, segretario dell’Unione artigiani, confida che la sua associazione «attendeva modifiche al decreto che istituisce l’obbligo di dotazione del Pos, modifiche che nonostante la pressione esercitata da Rete imprese Italia non sono arrivate». «Qualche lamentela tra i nostri iscritti c’è stata - aggiunge -, soprattutto per le piccole attività, le cui prestazioni spesso non giustificano l’esigenza di ricorrere al pagamento elettronico».

Obbligo del Pos anche per avvocati, notai e commercialisti. «Ci stiamo attrezzando - spiega Piercarlo Mattea, commercialista di Lodi - e nel mio caso ho deciso di sfruttare la convenzione stipulata da Federnotai con Setefi (gruppo Intesa Sanpaolo, ndr). A parte alcuni atti, penso a una procura speciale o all’autenticazione di un documento, le cifre medie che si pagano a un notaio sono comunque superiori all’operatività del Pos, anche a causa delle imposte».

© RIPRODUZIONE RISERVATA