L’INTERVISTA Crisanti: «Puntiamo sulle terze dosi e aspettiamo nuovi vaccini e farmaci»

La preoccupazione del direttore del dipartimento di virologia molecolare dell’università di Padova di fronte all’aumento dei contagi: «Il green pass è stato introdotto quando il dato sulla validità di 6 mesi dei vaccini era noto, adesso dobbiamo solo cercare di prendere tempo»

Covid, vaccinare subito tutti con la terza dose, in attesa dei nuovi vaccini. È infuriato il dottor Andrea Crisanti, direttore del dipartimento di virologia molecolare dell’università di Padova.

Andiamo indietro al 20 febbraio 2020, quando ha avuto notizia del primo caso, cosa ha pensato?

«La mattina che dovevo partire per l’Australia, avevo avuto la notizia del caso di Codogno, ho allertato il laboratorio. Quando sono stato in volo ho avuto notizia degli altri casi, di fatto una volta arrivato in Australia ho preso l’aereo di ritorno. Nel frattempo, la Regione aveva chiesto di fare il tampone a tutti gli abitanti di Vo, a quel punto abbiamo chiesto che venisse fatto un secondo campionamento a Vo per capire qual era la dinamica dell’infezione; era una situazione particolarissima: abbiamo scoperto che c’era il 40 per cento degli asintomatici, abbiamo scoperto che i bambini non trasmettevano un particolare tipo di variante e abbiamo scoperto poi che quel tipo di approccio era in grado di bloccare completamente la pandemia».

Si aspettava che dopo i casi di Whuan esplodesse così da noi l’epidemia?

«Personalmente me lo aspettavo, tanto è vero che il 3 febbraio avevamo iniziato all’università di Padova una campagna per testare tutti quelli che tornavano dalla Cina, poi è stata la stessa Regione Veneto che ce l’ha impedito; quella della preparazione è una storia molto lunga che deve essere ancora tutta scritta».

Adesso i contagi stanno salendo e l’Rt sta superando l’1: è per effetto dei tamponi o per la durata limitata della capacità protettiva dei vaccini?

«L’Rt non ha nulla a che vedere con il numero dei tamponi, è bene metterselo in testa: l’Rt è calcolato sull’intervallo seriale delle persone che hanno sintomi. Come dico da mesi, in Italia ci siano vaccinati dopo, quindi abbiamo beneficiato di una finestra di copertura massima in questi mesi passati. Adesso via via che passa il tempo la copertura diminuisce e aumentano le opportunità di trasmissione del virus, le misure di precauzione si sono drammaticamente abbassate: penso che i contagi siano destinati ad aumentare, a meno che non si faccia la terza dose a tutti».

In quanto tempo?

«L’Italia ha una capacità massima di fare 2 milioni di vaccinazioni alla settimana: per vaccinare 50 milioni di persone ci vogliono 6, 7 mesi».

Ha senso il lockdown solo per i non vaccinati?

«Fare il lockdown solo per i non vaccinati è una follia. Non so se sia costituzionalmente una cosa accettabile. Ci sono anche delle persone che non si possono vaccinare per le loro condizioni mediche, cosa facciamo? Teniamo anche quelle in lockdown? Sono idee che vengono in mente a persone che non capiscono niente».

Chi non è vaccinato deve stare più attento? Ci sono un po’ di incongruenze tra le norme: alla festa di Halloween a Lodi, per esempio, abbiamo visto persone ammassate in pista, senza mascherina e a scuola non ci si può alzare dal banco per fare l’intervallo.

«Mettiamola in maniera molto semplice, chi è vaccinato da più di 6 mesi, sebbene sia protetto contro le infezioni gravi non è protetto contro l’infezione».

C’è una incongruenza tra la durata del green pass e quella dei vaccini...

«Lo sto dicendo da tantissimo tempo, il green pass dura un anno, il vaccino 6 mesi. Tra un anno, a tutte le persone che hanno fatto il vaccino tra gennaio e febbraio scade il green pass, cosa facciamo? Glielo prolunghiamo di legge oppure li obbligheremo a fare la terza dose?».

Bisogna prolungare lo stato di emergenza?

«Io penso che uno stato d’emergenza che dura 2 anni sia il fallimento di chi l’ha proclamato: dopo 2 anni non diventa più uno stato di emergenza, diventa uno stato di continuità».

Siete preoccupati?

«Più che preoccupato sono deluso».

Deluso da cosa in particolare?

«Deluso perché si accavallano le misure contraddittorie, l’unica cosa buona è che abbiamo vaccinato tante persone, ma continuano a passare messaggi, a mio avviso non adeguati. Lei ha fatto bene questo esempio di Halloween: le mascherine a scuola e poi in discoteca senza mascherina, ma che senso ha? Quella delle discoteche è una decisione politica che riflette in qualche modo l’impatto e l’influenza dei gruppi di pressione: non c’è nulla di sanità pubblica».

A coloro che non possono fare il vaccino, bisogna dare il green pass permanente? Come bisogna fare?

« Non credo che si possa bloccare la libertà di movimento a queste persone, sulla base della loro condizione di salute, quindi è evidente: c’è un problema di carattere politico costituzionale che non ha nulla a che vedere con lo stato di protezione».

Il messaggio chiaro che deve passare?

«Il messaggio che deve passare è che siamo in una fase di transizione e tutto quello che stiamo facendo adesso lo stiamo facendo per guadagnare tempo, così come i lockdown ci sono serviti per guadagnare tempo perché arrivassero i vaccini, adesso ci vacciniamo con questi vaccini aspettando che vengano sviluppati vaccini più efficaci, più duraturi e che vengano sviluppati dei farmaci: guardi stiamo guadagnando tempo ancora».

Il sierologico prima del vaccino è una buona idea? Molti non si vogliono vaccinare perché hanno ancora gli anticorpi dalla malattia

«Non esiste un valore di anticorpi che dia una indicazione per dire se una persona sia protetta o meno, uno può anche sviluppare anticorpi che non sono protettivi. Il sierologico non è il test indicato».

C’è un altro test?

«L’unica cosa che bisognerebbe fare è un test che dimostri che gli anticorpi sono bloccanti il virus. Questi test però sono molto costosi e in Italia si possono fare solo in 4 laboratori. Sicuramente il livello degli anticorpi ha un effetto molto positivo, psicologico, per indurre le persone a fare la terza dose».

C’è uno strumento per indurre i non vaccinati a vaccinarsi?

«Con l’85 per cento abbiamo raggiunto quasi il massimo».

Chiudiamo il cerchio: i vaccini fatti 6 mesi fa proteggono poco, i nuovi vaccini non ci sono, ci vogliono 6 mesi per fare la terza dose a tutti, i green pass durano 9 mesi e i contagi stanno salendo: quale strategia servirebbe?

«Non ho idea, sinceramente, questa situazione non è che avviene all’improvviso, è frutto di una serie di decisioni prese con un po’ di superficialità. Tra le altre cose mi chiedo: come mai, le aziende produttrici dei vaccini non hanno informato in tempo il governo che i vaccini duravano 6 mesi? Perché sicuramente hanno informato gli investitori che ci sarebbe stato bisogno della terza dose e se hanno informato il governo e le autorità perché queste non hanno informato i cittadini? Non è che possono trattare tutti da idioti».

Quindi ora cosa bisogna fare?

«Faremo come sempre, improvviseremo».

Bisogna aumentare le restrizioni?

«È presto per dire una cosa del genere, magari con uno sforzo senza precedenti si riesce a tamponare la situazione con le vaccinazioni, non ho idea».

Chi ha il green pass può dormire sonni tranquilli?

«Il green pass dopo 6 o 7 mesi non serve a un tubo. Il problema è che si sono incartati perché hanno detto che il green pass proteggeva e non è vero».

Proteggeva prima e non adesso?

«Il green pass è stato introdotto quando i dati sui vaccini a 6 mesi già erano noti a molte persone».

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