L’incognita esuberi su S. Cristoforo

Incognita esuberi in caso di matrimonio con Cremona. A mettere in guardia su questa ipotesi è il sindacato Cisl, che ha invitato a tenere alta l’attenzione sul mantenimento dei posti di lavoro a San Cristoforo. Il ridisegno delle province potrebbe infatti avere delle conseguenze sul personale degli enti. Già nei giorni scorsi era stata espressa preoccupazione sul futuro dei dipendenti a Cremona, che sono quasi 500. Un’apprensione che ieri è rimbalzata a Lodi, dove in via Fanfulla sono 203 gli impiegati, i tecnici e gli operai in servizio.

Ad intervenire è stato il segretario della funzione pubblica Cisl Mauro Tresoldi. «A Lodi in Provincia non ci sono esuberi di personale - puntualizza -. Non ci sono diverse figure che ricoprono lo stesso incarico, anzi siamo sotto i livelli previsti dalla pianta organica. Di certo in caso di unione con altre province, Lodi non può farsi in alcun modo carico degli eventuali esuberi altrui. Questo va posto come base per ogni tipo di riordino delle circoscrizioni provinciali».

Tresoldi ha poi voluto alzare la guardia a difesa del personale: «Siamo contrari ad ogni forma di esubero. Su questo aspetto faremo le barricate. Il lavoro va difeso che si parli di Lodi o di Cremona». Sull’argomento un chiarimento è arrivato anche dal presidente della Provincia di Lodi, Pietro Foroni, che ha invitato alla cautela sul destino degli oltre 200 dipendenti di San Cristoforo e San Domenico. «Al momento non c’è nulla di certo su ciò che succederà, quindi diventa anche prematuro fare delle previsioni - commenta - in ogni caso in questi anni la nostra gestione del personale è sempre stata molto virtuosa, tanto che siamo decisamente sotto organico. Non abbiamo quindi esuberi di personale». Le prime proposte di accorpamento del Lodigiano con altre realtà (Pavia o Cremona) verranno discusse nel consiglio delle autonomie locali che si riunirà nei prossimi giorni. «Di certo il progetto di riordino dovrà passare dalla discussione di diversi aspetti, non ultimo il personale dell’ente - afferma Foroni - è ovvio che qualsiasi nuova organizzazione non potrà intaccare il livello del personale. Poi bisognerà anche discutere sul futuro degli immobili su cui i lodigiani hanno fatto grandi investimenti, penso in particolare a palazzo San Cristoforo e l’ex convento di San Domenico. In più si dovrà ragionare sui servizi, che vanno garantiti».

M. B.

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