L’impegno politico

trova la sua origine

nella fragilità umana

Seconda mattinata di spiritualità del tempo d’Avvento per giovani e adulti di Azione cattolica.

Dopo il primo appuntamento del 2 dicembre, domenica mattina si è tenuto l’incontro sul tema: “Fragilità dell’uomo e bene comune. All’origine dell’impegno politico e sociale”, promosso in collaborazione con l’Ufficio per i problemi sociali della diocesi di Lodi.

Ritrovo alle ore 9.30 presso la Casa della gioventù di viale Rimembranze per la recita delle lodi mattutine a cui hanno presenziato anche il vescovo, monsignor Giuseppe Merisi e Riccardo Rota, responsabile dell’Ufficio per i problemi sociali.

Ai presenti monsignor Merisi ha rivolto l’invito a prendere visione di alcuni documenti pubblicati proprio negli ultimi giorni sul rapporto tra impegno civile ed ecclesiastico. «Ricordo il documento redatto recentemente dal Consiglio episcopale milanese, un’intervista al cardinale Bagnasco di qualche giorno fa e, ancora, il testo presentato ieri dal Papa in previsione della Giornata mondiale della pace, prevista per il 31 dicembre».

Il vescovo ha quindi espresso cordoglio per la recente scomparsa di Beppe Mattei, ex responsabile regionale di Ac, per poi passare la parola a monsignor Franco Anelli, rettore del seminario vescovile, incaricato di approfondire la riflessione su fragilità e bene comune: «Partiremo dalla contemplazione dell’opera di Tintoretto, Adorazione dei pastori, che ci offrirà lo spunto per passare al dato più propriamente teologico della fragilità di Dio connessa alla fragilità dell’uomo, approdando infine ad un terzo passaggio dedicato alle considerazioni etico-politiche».

L’opera di Tintoretto, splendido olio su tela, conservata nella scuola Grande di San Rocco a Venezia, lascia spazio agli umili e ai sofferenti: «Un’arte che si sente vicina al popolo, non accetta conformismi ed è pronta a svelarne anche le debolezze umane», quelle che appunto emergono dall’immagine di un bimbo indifeso e avvolto in fasce in una mangiatoia. Un Gesù fragile nel momento della nascita e in quello della morte sulla croce, ma anche un Gesù che della fragilità ha fatto un mezzo per confondere i forti e incontrare nel loro intimo gli uomini. «Solo quando saranno le periferie della vita e della storia a dettare l’agenda della vita pubblica ed il vasto mondo delle fragilità umane troverà ascolto, solo allora si potrà affermare che la città dell’uomo vive all’altezza del suo nome». Con queste battute, monsignor Anelli ha concluso la sua ricca relazione, accompagnata da una lunga serie di domande e considerazioni da parte del pubblico. Anche Riccardo Rota è intervenuto, ribadendo l’importanza di un approccio alla politica basato innanzitutto sull’umiltà: «Chi governa deve essere umile tra gli umili: la prepotenza non può essere una logica al servizio del bene comune».

È quindi seguita la Santa Messa, celebrata sempre da monsignor Anelli, nella cappella della Casa della gioventù.

Angelika Ratzinger

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