L’esempio di San Bassiano e le sfide del “tempo nuovo”

L’editoriale del direttore del «Cittadino» Lorenzo Rinaldi

Il 19 febbraio 2020, a un mese esatto dalla festa patronale di San Bassiano, il vescovo di Lodi riunendo in Episcopio sindaci e amministratori locali indicava tre ambiti di intervento a cui garantire particolare attenzione: i giovani, il lavoro, la famiglia. Poche ore dopo, il 20 febbraio, veniva scoperto a Codogno il “paziente 1” e il nostro territorio, per primo nel mondo occidentale, entrava in contatto con il Covid-19.

È trascorso quasi un anno e oggi, nel giorno di San Bassiano, possiamo affermare che giovani, lavoro e famiglia restano in cima all’agenda pubblica, sebbene l’elenco delle priorità si sia nel frattempo ampliato e l’allarme sanitario abbia rivoluzionato la vita di tutti.

Partiamo dalle nuove generazioni, che più di altre hanno pagato un caro prezzo alla pandemia. Scuola a singhiozzo, didattica a distanza, interruzione drastica delle attività extrascolastiche, riduzione forzata delle relazioni sociali: sono stati commessi errori ed è stato tenuto un atteggiamento ondivago. Pagheremo care queste scelte. I danni sono già stati provocati, ora si tratta di lenire le ferite e offrire alternative credibili ai nostri giovani, a partire dal basso, dalla comunità laudense. Serve un patto sociale che veda impegnati educatori, insegnanti, oratori, mondo dello sport e della cultura, associazioni.

Il lavoro è l’ambito più preoccupante, perché senza di esso viene messa a rischio la tenuta sociale del Lodigiano. Per questo è importante che l’ingente mole di risorse pubbliche in arrivo da Europa, Stato e Regione sia sfruttata con intelligenza. Non di assistenzialismo abbiamo bisogno, ma di leve economiche che possano innescare percorsi virtuosi in grado di creare valore e posti di lavoro sul territorio, nell’ambito dell’economia verde e dell’agroalimentare, solo per citare due settori in cui il tasso di crescita è potenzialmente elevato. Finora abbiamo assistito all’annuncio o alla cantierizzazione di opere pubbliche. È troppo poco, perché così non si guarda al futuro.

La famiglia. Un anno di Covid, di restrizioni sociali, di scuola a distanza, di paura per la salute ci hanno sfibrato. E il nucleo portante delle nostre comunità appare indebolito, intimorito, guarda al domani con preoccupazione e ansia. La speranza è affidata ai vaccini e a un ritorno alla normalità che tuttavia ancora appare lontano.

L’emergenza sanitaria si affianca quest’anno a giovani, lavoro e famiglia. Non possiamo dimenticare la straordinaria risposta alla pandemia dei nostri medici e infermieri. Non possiamo però negare le forti preoccupazioni per l’accesso universale alle cure, anche nel Lodigiano. La lotta al virus ha costretto a mettere in secondo piano tutte le altre attività e oggi ci ritroviamo con decine di migliaia di esami ordinari non effettuati e liste di attesa che preoccupano.

È stato un anno durissimo. Ma se c’è un elemento positivo che il Covid ci ha fatto ri-scoprire è la spiccata vocazione alla solidarietà del popolo lodigiano. Ne abbiamo avuto straordinaria dimostrazione nella fase più dura della pandemia. La speranza è che non si affievolisca nei prossimi mesi e che possa aiutarci a contenere l’emergenza sociale. Per questo, oggi più che mai, ci affidiamo a San Bassiano, affinché con il suo esempio possa aiutarci ad affrontare le sfide del “tempo nuovo”.

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