Le case di riposo sprofondano in un buco da sei milioni di euro

A tanto ammonta la perdita delle Rsa: Santa Chiara sotto di 1,2 milioni

Il sistema delle case di riposo lodigiane va verso una perdita tra i 5 e i 6 milioni di euro nel silenzio assordante di Regione Lombardia, che finora ha rifiutato di prendere in considerazione qualsiasi forma di supporto economico.

I problemi sono di sostenibilità economica ma anche di liquidità. A Lodi il Santa Chiara viaggia oltre il milione di euro di buco, 1,2 milioni la proiezione, e grandi difficoltà nei conti accusano anche le Opere Pie di Codogno, le strutture di Maleo, la Fondazione Cabrini di Sant’Angelo. Ma la situazione non è migliore altrove: chi ha ancora patrimonio sta facendo ulteriore ricorso al credito bancario, chi il patrimonio l’ha venduto negli ultimi anni, come Castiglione, ha criticità maggiori. Tutte perdono in proporzione ai posti letto rimasti vuoti, perché i costi di gestione per l’80 per cento non sono comprimibili, anche per il rispetto degli standard imposti da Regione Lombardia. Un posto letto vuoto vale ogni mese tra i 2mila 600 e i 3mila euro tra retta privata (tra 54 e 60 euro circa al giorno) e contributo regionale (in media 38 euro al giorno). E sono sette mesi che alcune Rsa lavorano con un calo del 20 o del 30 per cento dei posti letto occupati, con i picchi più elevati di primavera solo parzialmente rientrati dalla riapertura degli ingressi a luglio. Così a Sant’Angelo la Fondazione Cabrini ha attivato un periodo di cassa integrazione in estate per contenere le spese, a Livraga la Rsa Santa Teresa è stata ceduta dalle suore guanelliane al gruppo Fondazione Liebenau. Un percorso che anche altre Rsa di fondazioni storicamente legate al territorio potrebbero decidere di intraprendere, lasciando il passo ai grandi gruppi nazionali.

Un disegno che non preoccupa la Regione, vista l’indifferenza agli appelli delle Rsa lodigiane (ma non solo): è stata Regione Lombardia a bloccare gli ingressi da marzo a tutto giugno, operazione necessaria per il contenimento del contagio ma per la quale non è mai stato fissato un risarcimento, e sempre Regione Lombardia ha inviato nelle Rsa lodigiane da marzo un centinaio di ospiti dalla piattaforma Priamo (pazienti Covid guariti ma bisognosi di assistenza) senza ancora averli pagati. Infine, a luglio ha ridotto pure l’anticipazione del budget dal 95 al 90 per cento, togliendo ulteriori risorse di cassa. A fronte di queste decisioni, non si è mai aperto un ragionamento sulle compensazioni richieste. Anche il pagamento dei posti vuoti per pieni per la parte di Regione Lombardia non sarebbe sufficiente, perché compenserebbe poco più di un terzo delle perdite (mancando comunque la parte dei privati). Ma Palazzo Lombardia non ha mai aperto a questa soluzione, e tantomeno dunque a un supporto diretto per compensare le mancate rette dei privati. Regione Lombardia per ora prosegue come sempre, con la previsione di pagare il contributo solo per i posti effettivamente occupati. Ma senza un sostegno, molte Rsa a fine anno scaricheranno le perdite sulle famiglie alzando le rette, altre saranno così in difficoltà da dover valutare il proseguimento o meno dell’attività.n

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