
n Trovare un letto è (quasi) una missione impossibile. In coda per un posto nelle case di riposo del Lodigiano ci sono 701 anziani, per lo più donne. Il numero emerge da una ricerca che lo Spi Cgil, il sindacato dei pensionati, ha commissionato all’Ires, l’Istituto di ricerche economiche sociali, uno studio intitolato “Finanza locale e quali prospettive del welfare”, presentato sabato mattina presso la sede della Provincia. Il dato è stato fornito dai responsabili dei Piani di zona e conferma un quadro preoccupante soprattutto per le famiglie, a caccia di una struttura che possa prendersi cura di chi non è più autosufficiente. Anche se è plausibile che i cittadini facciano domanda presso più di un ente, il quadro resta allarmante, spesso è necessario aspettare dei mesi per trovare una soluzione.
L’analisi sottolinea che le residenze sanitarie sono distribuite sul territorio in modo disomogeneo, la Bassa, con i suoi 12 istituti specializzati sembra infatti essere favorita, mentre i distretti di Lodi e Sant’Angelo possono contare rispettivamente su 2 e 3 centri.
Un aspetto molto importante è quello che riguarda l’assistenza domiciliare, al 31 marzo 2011 gli utenti con più di 65 anni che usufruivano del servizio erano 291, per un impegno di spesa che nel 2010 ammontava a 580mila euro. A questo piccolo esercito deve essere aggiunto il gruppo di 56 adulti disabili che beneficiano della prestazione per una spesa di 114mila euro e i 231 assistiti dei Centri diurni.
Secondo le informazioni ricevute dal Piano di zona, l’anno scorso sono stati richiesti 1.427 “vaucher” socio-sanitari per l’assistenza domiciliare integrata. Complessivamente, nel 2009, le amministrazioni comunali del Lodigiano hanno speso circa 5 milioni 638mila euro per interventi a favore degli anziani, di cui 1 milione 681mila euro per l’integrazione di rette nelle case di riposo e circa 2mila 600 euro per i centri diurni integrati.
Il sindacato, così come le istituzioni, ha più volte espresso la sua preoccupazione per i tagli ai fondi nazionali dedicati alle politiche sociali: in futuro potrebbe essere sempre più difficile mantenere in piedi un sistema di servizi in grado di soddisfare i bisogni dei cittadini. I ricercatori hanno analizzato con il loro studio anche altri aspetti della realtà locale, dai bilanci dei comuni agli effetti della crisi.
Alla tavola rotonda hanno partecipato alcuni esponenti del sindacato e delle istituzioni: Loris Manfredi e Piero Mazza dello Spi Cgil, Claudio Dossi della segreteria regionale e il segretario provinciale Domenico Campagnoli, il direttore dell’Ires Francesco Montemurro che ha presentato la ricerca, il sindaco di Lodi Lorenzo Guerini e quello di Sant’Angelo Domenico Crespi, il direttore generale dell’Asl Claudio Garbelli, l’onorevole Antonio Misiani, il presidente del Consorzio per i servizi alla persona Donatella Barberis. «Questa ricerca sarà utile per confrontarci in futuro sulle esigenze del territorio - spiega Manfredi -, anche perché i numeri ci dicono che la situazione è peggiorata, soprattutto per quanto riguarda la condizione delle famiglie. Ogni anno si rivolgono ai nostri attivisti circa 15mila persone per chiedere aiuto».
Greta Boni
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