Lavoro nero nelle coop dei profughi, arrivano le prime multe

Lavoro nero all’interno delle società di gestione dei profughi nel Lodigiano. La Direzione territoriale del lavoro sanziona i responsabili. È successo nei giorni scorsi. Le ispezioni sono ancora in corso e non sono escluse novità significative nelle prossime ore alla luce dell’evolversi di un corposo lavoro di indagine.

In un caso, a Zelo Buon Persico, risulta che la Direzione territoriale del lavoro abbia già multato una cooperativa per il lavoro in nero di alcuni dipendenti. Nel mirino il modo in cui vengono retribuiti gli operatori, pagati come se fossero volontari, ottenendo il rimborso spese invece di una regolare retribuzione. Un sistema messo in atto da alcuni centri di accoglienza per tagliare i costi del lavoro.

Le forze dell’ordine stanno passando al setaccio anche altre realtà e il tema è all’ordine del giorno della Direzione territoriale del lavoro, della prefettura e della guardia di finanza. Nelle realtà più piccole, dove gli operatori sono davvero volontari, la regolarità dell’operato e le finalità sociali sono garantite. Il mondo dell’accoglienza dei profughi, anche nel territorio, è però molto variegato.

Nei mesi scorsi, a finire al centro delle polemiche erano state alcune cooperative. A Sant’Angelo Lodigiano i profughi accolti da Integra avevano protestato per la mancata consegna del cibo e alla fine il servizio pasti era stato affidato alla Caritas. A Villanova del Sillaro l’operazione di accoglienza in via Fugazza 42 era stata bloccata, perché la casa, con tanto di piscina e giardino, risultava di proprietà della compagna di un soggetto condannato per traffico di droga.

In via Selvagreca a Lodi i profughi erano insorti per i problemi strutturali. L’ex amministrazione comunale guidata da Simone Uggetti aveva emanato un’ordinanza che imponeva alla onlus che gestiva il centro di ripristinare la situazione. La cooperativa faceva parte del consorzio Area solidale insieme a Sei per Secu, finita nell’occhio del ciclone per la truffa sulla vendita della frutta destinata ai poveri.

E ancora, l’affidamento a Integra della casa cantoniera di Mairano di Casaletto era stato fermato, per assenza della fideiussione a garanzia dei lavori di ristrutturazione. Anche a Lodi Vecchio erano emersi problemi, all’inizio dell’esperienza di accoglienza dei migranti in provincia di Lodi. Nel Laus Hotel i profughi erano insorti per le cattive condizioni di assistenza. Oggi, nel campo dell’accoglienza esplode un nuovo bubbone, quello del lavoro nero degli operatori. Il tema è sotto la lente dei controlli delle istituzioni lodigiane.

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