L’Aler di Lodi a rischio chiusura

Intanto il maxi appalto per la manutenzione

degli immobili passa in mani francesi

e gli artigiani chiedono conto a Foroni e Pedrazzini

Un risparmio di circa 10 milioni di euro in cinque anni. È l’obiettivo a cui punta la Regione Lombardia, che attraverso il governatore Roberto Maroni si appresta a varare una rivoluzione del sistema di gestione delle case popolari. Il primo passaggio sarà la nomina di un commissario al posto dei consigli di amministrazione Aler in scadenza. Cda che in futuro non dovrebbero più essere previsti, anche se occorrerà trovare un modo per salvaguardare le realtà territoriali. Attualmente l’articolazione Aler in Lombardia prevede 13 aziende autonome (compresa quella di Lodi), ognuna con un consiglio di amministrazione formato da 7 componenti, 3 membri del consiglio sindacale e 3 membri del collegio di vigilanza. Il tutto guidato (in parte o totalmente) da nomine di natura prettamente politica (il cda lodigiano è controllato dal centrodestra).

Tredici Alerautonome e 169 “poltrone”, in tempo di crisi, devono essere sembrate troppe al governatore Maroni e alla sua giunta, che si appresta a muoversi con la “mannaia”. Cosa succederà? Nel dettaglio non è ancora chiaro. Al posto dei Cda (in scadenza in primavera, quello di Lodi il 30 aprile) la Regione dovrebbe nominare dei commissari. Entro un anno, poi, potrebbe essere approvata la legge regionale di riordino. «Non sarà costituito necessariamente un ente unico - spiega il consigliere regionale lodigiano in quota Pdl Claudio Pedrazzini -, sicuramente però saranno tagliati 13 Cda, con una riduzione dei costi e la possibilità di investire le risorse risparmiate nella manutenzione del patrimonio pubblico. Sarà certamente necessario salvaguardare i territori (la richiesta è di mantenere a Lodi almeno gli uffici Aler, ndr), ma al tempo stesso occorre considerare che l’attuale impostazione non offre garanzie in termini di efficienza. La riforma si rende necessaria per ottimizzare il sistema. Oggi abbiamo diversi problemi: alti tassi di morosità degli inquilini, risorse scarse, servizi da migliorare. La riforma è necessaria e l’auspicio è che possa essere approvata a larga maggioranza, con la condivisione anche delle forze di opposizione».

Intanto,in attesa del riordino regionale, è polemica sugli appalti dell’Aler di Lodi. Confartigianato Imprese della provincia di Lodi nei giorni scorsi ha infatti denunciato che il maxi appalto da 13 milioni di euro per la gestione quinquennale dei servizi di manutenzione degli immobili Aler nel Lodigiano è andato in Francia. La gara dell’appalto è stata vinta da un raggruppamento di imprese nato attorno alla Siram di Mestre, controllata dai gruppi francesi Veolia ed Edf. Confartigianato segnala che in questo modo è stato tolto lavoro alle aziende locali in un momento in cui tutti, almeno a parole, dicono di voler mantenere (per quanto possibile) gli appalti sul territorio. Per questo l’associazione di categoria annuncia la volontà di avviare un confronto sul tema con i consiglieri regionali Pedrazzini e Pietro Foroni.

Lorenzo Rinaldi

Intanto il maxi appalto per la manutenzione degli immobili passa in mani francesi e gli artigiani chiedono conto a Foroni e Pedrazzini

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