Ladro ferito da un commerciante: resta l’accusa di tentato omicidio

Mulazzano: alla vigilia del lockdown una banda attaccò il negozio

Persona offesa nel procedimento per rapina a carico di due rom che la sera del 7 marzo scorso, alla vigilia del lockdown, avevano svaligiato il suo negozio di formaggi a Mulazzano, ma anche indagato per tentato omicidio perché dal balcone di casa sua, sopra la bottega, sparò alcuni colpi di pistola finendo per ferire uno dei malviventi.

Il commerciante Luigi Prina, comparirà una prima volta in tribunale a Lodi a metà ottobre, come vittima, all’udienza preliminare nei confronti dei due nomadi, che si ritiene abbiano agito con diversi altri complici tuttora da individuare, ma rischia di doverci tornare qualche settimana dopo come imputato, dato che la procura della Repubblica di Lodi, nonostante il lungo interrogatorio reso dall’imprenditore per chiarire i fatti, ha deciso di confermare la grave imputazione di tentato omicidio anche nell’avviso di fine indagini notificato nelle scorse ore. I difensori Rosa Caravelli ed Ennio Ercoli di Lodi stanno valutando se utilizzare i 15 giorni ora a disposizione per chiedere un nuovo interrogatorio o depositare una memoria difensiva, prima che il pm decida riguardo alla richiesta di rinvio a giudizio. Prina, cacciatore, legittimamente deteneva alcuni fucili e una pistola (tutti, come prassi, subito sequestrati dopo il fatto), e, dopo aver sentito il boato di una Panda che, usata come ariete, gli ha sfondato il negozio sotto casa, e aver visto dal balcone un gruppo di uomini incappucciati e vestiti di nero che entravano a fare manbassa nella sua attività, uscendo con il registratore di cassa (vuoto) sottobraccio era uscito a gridare ma in cambio era stato bersagliato da sassi che la difesa ritiene i ladri si fossero portati con loro. Le urla non erano bastate e così è stata usata la pistola. Tre colpi che volevano essere intimidatori, ma I.M.A., 22 anni, pluripregiudicato e domiciliato al campo rom di Figino (Milano) fu colpito frontalmente all’addome, con il proiettile che fuoriuscì da un gluteo. Il 22enne era stato poi arrestato all’ospedale San Carlo di Milano dove, all’esito delle indagini del nucleo investigativo dei carabinieri di Lodi, si ritiene che l’avesse portato il complice M.F., 23 anni, che poi, allontanandosi a tutta velocità, al volante di un’Audi, si era scontrato frontalmente a Baggio con una coppia di milanesi, uccidendo Roberto Asioli, 61 anni.

Inevitabilmente anche in questo caso si andrà a discutere di legittima difesa, come già era stato per il caso di Mario Cattaneo, e sembra di capire che il primo baluardo per il commerciante sarà di escludere la volontà di uccidere, che nelle sue gradazioni appare essere alla base dell’imputazione che intende formalizzare la Procura.n

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