«L’accoglienza è segno di Cristo»

Anche Lodi ha celebrato ieri la 99esima Giornata mondiale del migrante e del rifugiato. «L’accoglienza, nella legalità e nel rispetto della dignità di ogni essere umano, sia attenzione di solidarietà e carità», ha affermato il vescovo di Lodi monsignor Giuseppe Merisi che ha presieduto il momento iniziale nella cripta della Cattedrale. Merisi ha poi ringraziato gli operatori e i responsabili della Caritas, impegnati nell’accoglienza e nella solidarietà, e dell’ufficio migrantes che curano l’aspetto più pastorale così che chi arriva in Italia possa vivere la propria fede nella nuova diocesi.

Il grazie è andato anche ai Lodigiani che hanno fatto esperienza in terre di missione e ora mettono le nuove competenze a servizio dell’accoglienza. Come don Antonello Martinenghi, direttore dell’ufficio migrantes, che ha coordinato le celebrazioni di ieri alle quali erano presenti anche Mariano Peviani, assessore della Provincia di Lodi, e Andrea Ferrari, assessore del Comune. Davanti all’urna di San Bassiano già aperta in preparazione alle celebrazioni di questa settimana, monsignor Merisi ha quindi chiesto l’intercessione del patrono di Lodi e di Maria, affermando: «Maria ha accolto il Salvatore e vicino a Gesù ha vissuto la prossimità agli altri per tutta la sua esistenza, come lei anche noi possiamo essere accoglienti con le persone che quotidianamente incontriamo». Il gruppo di fedeli ha poi formato un corteo colorato con le bandiere di tutto il mondo, e ha percorso le vie del centro fino alla chiesa di San Giacomo dove alle 17 è stata celebrata la messa multilingue. Le letture e i canti in spagnolo, francese e italiano, i costumi tradizionali dell’America Latina e le danze durante l’offertorio, il tam - tam africano con la piccola corale mista, sono state alcune delle caratteristiche della celebrazione presieduta dal vicario generale monsignor Iginio Passerini e concelebrata dai sacerdoti che a vario titolo sono vicini al mondo dei migranti cattolici: don Martinenghi e il suo predecessore monsignor Mario Ferrari, don Angelo Dragoni assistente della comunità latino americana, don Faustino, originario del Burundi (che tra poco riprenderà la celebrazione della messa in francese), don Eusebio Cozma (che una volta al mese a Miradolo celebra la messa per i fedeli romeni). Tra i fedeli c’erano gli ospiti delle case di accoglienza e famiglie e singoli provenienti da Perù, Ecuador, Bolivia, Togo, Costa d’Avorio, Camerun, Nigeria, Eritrea, Europa dell’Est, oltre ad alcuni lodigiani e alle religiose di Sant’Anna e di Maria Bambina che sono vicine ai migranti. «Celebriamo questa giornata nella festa del Battesimo di Gesù - ha fatto notare monsignor Passerini -. L’immersione di Gesù nel Giordano comunica che lui è solidale e vicino a tutti gli uomini. E tutti noi possiamo essere solidali, tanto più che il Battesimo ci dà la forza per riconoscere in ogni fratello un figlio di Dio. Che il Signore ci aiuti - ha concluso - a far crescere l’umanità sempre più come un’unica famiglia di popoli».

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