L’abbraccio del duomo gremito

ai nuovi “pastori” della diocesi

«Cari don Mario e don Alessandro, sapete bene che non siete preti da voi stessi e per voi stessi, ma totalmente consacrati per l’opera della salvezza, per stare vicini ai fratelli, cristiani tra loro, scelti da Dio».

I novelli sacerdoti Alessandro Arici e Mario Bonfanti

Monsignor Giuseppe Merisi si rivolge ai giovanissimi nuovi sacerdoti della diocesi di Lodi: don Alessandro Arici e don Mario Bonfanti, consacrati sabato sera in cattedrale. 27 anni il primo, 25 il secondo, don Alessandro e don Mario sono stati accompagnati dalle comunità di origine di Santa Cabrini in Lodi e di Livraga, e da quelle dove hanno prestato servizio negli anni degli studi, fino al diaconato svolto a Sant’Angelo e San Fiorano; monsignor Bassano Padovani, rettore del seminario diocesano, ha presentato formalmente i due candidati al Vescovo, nelle mani del quale don Alessandro e don Mario hanno poi posto la promessa di rispetto e obbedienza.

In una cattedrale che sembrava abbracciarli d’affetto ed emozione, i due candidati agli ordini sacri si sono allora prostrati davanti all’altare in quello che è uno dei momenti culmine della cerimonia di ordinazione: il corpo a forma di croce, il viso rivolto alla terra, per trasformare «eccomi» in donazione totale configurata a quella di Gesù Cristo, per la salvezza delle anime. E dopo l’invocazione ai santi da parte dell’assemblea - quest’anno per la prima volta anche al beato Giovanni Paolo II - , ecco il Vescovo imporre le mani sul capo dei due giovani, seguito da tutti i sacerdoti della diocesi. Don Alessandro e don Mario ricevono lo Spirito da parte di chi è stato consacrato prima di loro ed ora opera con gli ultimi, i malati, gli oratori, le scuole, in parrocchia, ciascuno secondo il proprio carisma. «Questi due giovani entrano nel presbiterio diocesano - ha sottolineato monsignor Merisi nell’omelia - dove i sacerdoti sono chiamati a sorreggersi a vicenda con consiglio ed esempio e a portare insieme la responsabilità della comunità ecclesiale. Con attenzione particolare all’aspetto educativo e vocazionale». E mentre i novelli sacerdoti compiono il rito della vestizione, ricevono l’unzione delle mani e abbracciano i confratelli, anche i preti anziani tra i fedeli partecipano alla gioia di una vita dedicata al servizio della comunità. Le famiglie intanto hanno portato all’altare il pane e il vino che vengono poi consegnati dal Vescovo ai due giovani: «Ricevi le offerte del popolo santo al sacrificio eucaristico». Con il sorriso radioso a fine celebrazione, don Alessandro e don Mario si presentano all’assemblea insieme a monsignor Merisi. Il canto conclusivo è un augurio e una benedizione: «Ho esaltato uno scelto dal popolo, l’ho unto col mio santo olio, perché la mia mano sia sempre con lui e il mio braccio lo fortifichi».

Raffaella Bianchi

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