La vergogna della camera mortuaria dell’ospedale Maggiore di Lodi

Ancora lamentele per i locali del Maggiore che ospitano le salme: «Più rispetto per le famiglie»

Un cartello vero e proprio, che indichi come raggiungere la camera mortuaria dell’ospedale Maggiore da via Serravalle, non esiste. Così la gente procede a “tentoni” oppure chiede informazioni alle persone dirette verso il pronto soccorso. Una volta trovata la porta d’ingresso, però, di fatto un vecchio portone, ci si trova davanti a un desolante accesso, una sensazione che peggiora una volta varcata la soglia.

Ormai da anni, infatti, i cittadini di Lodi chiedono una camera mortuaria degna di questo nome, ma le loro preghiere finora sono rimaste inascoltate. Nelle ultime settimane le segnalazioni sono tornate a farsi sentire in modo piuttosto pesante: «È una vergogna - commenta B. G., una lodigiana che di recente si è recata nella camera mortuaria -, abbiamo il pianoforte all’ingresso e poi non c’è un luogo decente per l’ultimo saluto ai defunti e per portare le condoglianze ai parenti. L’ultima volta che ci sono stata - aggiunge -, giorni fa, c’erano cinque bare una vicina all’altra, non erano nemmeno separate l’una dall’altra e per questo motivo c’era molta confusione, con i visitatori che non sapevano bene dove andare. Una situazione incredibile, con tanto di mosche che volavano ovunque».

Un’opinione condivisa anche da altri cittadini di Lodi, i quali si chiedono come mai non sia ancora stato fatto nulla per rendere la camera mortuaria un luogo più adeguato alle esigenze delle famiglie.

Ieri mattina i locali erano illuminati ma deserti, su di un tavolino appoggiato alla parete era stato sistemato un registro destinato a coloro che si recano a omaggiare la salma. In fondo, sempre accanto al muro, era stato sistemato il coperchio di una bara. Le sedie a disposizione sono piuttosto datate, inoltre lo spazio a disposizione è stretto, soprattutto se si considera che in alcune occasioni viene ospitata più di una salma. All’interno è stata affissa una bacheca con le informazioni di servizio, proseguendo verso il resto della stanza ci s’imbatte in un cartello che indica il “divieto di accesso”, sistemato sulla porta dei locali che confinano con la camera mortuaria. «Sarebbe opportuno intervenire - aggiunge S. A., un altro lodigiano che la scorsa settimana ha visitato la camera mortuaria dell’ospedale Maggiore -, come del resto si dice da tanto tempo. Come prima cosa bisognerebbe garantire una maggiore privacy alle famiglie, non è possibile che ci si ritrovi tutti alla rinfusa senza nemmeno capire bene dove andare. È una questione di rispetto, verso i defunti e verso le loro famiglie».

Greta Boni

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