La ricostruzione della notte di sangue

(ore 12) Sono state le impronte digitali lasciate su un secchio a incastrare il 38enne egiziano che sabato ha ucciso Antonia d’Amico nella sua abitazione di corso Mazzini a Lodi. Lo straniero ha usato l’utensile di latta per colpire ripetutamente la donna, durante la tragica lotta che si è conclusa con la morte della 55enne. Sono alcuni dei particolari emersi nella conferenza stampa di questa mattina dei carabinieri del comando provinciale di Lodi, alla presenza del procuratore capo Vincenzo Russo. Grazie alle celle telefoniche è stato possibile ricostruire gli spostamenti dell’assassino il giorno dell’omicidio e rintracciarlo mentre cercava di imbarcarsi verso l’esterno all’aeroporto di Fiumicino.

(ore 9) Si è difesa fino all’ultimo istante Antonia D’Amico. È scappata al suo assassino, si è rifugiata in bagno e in camera da letto. Ha urlato e ha chiesto aiuto. Ma alla fine è stata colpita a morte e il suo corpo senza vita è stato abbandonato sul letto.

Sembra questa la ricostruzione di quanto accaduto sabato sera, intorno alle 23, nell’appartamento al quarto piano del condominio al civico 76/C di corso Mazzini.

Le indagini dei carabinieri hanno già permesso di sottoporre a fermo un egiziano di 38 anni che da qualche tempo frequentava la donna. Partendo dai segni e dalla confusione assoluta trovati nella casa, invece, i militari hanno cercato di ricostruire come siano andate le cose quella sera.

Subito è stato chiaro che la donna conosceva il suo assassino, visto che sulla porta di ingresso non sono stati trovati segni di scasso. Lei stessa le aveva aperto la porta. La colluttazione invece sarebbe iniziata in sala. Qui fra Antonia D’Amico e il suo assassino è iniziata una lite, sempre più violenta. Forse proprio in soggiorno la donna è stata colpita per la prima volta. È scappata quindi verso il corridoio e infine in bagno e in camera da letto. In queste stanze sarebbero stati sferrati i due colpi mortali al petto, sembra con uno stiletto. In tutto questo trambusto il cane della donna, un beagle, abbaiava all’impazzata.

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