La questura chiude il pub Wellington:

«Troppo caos il giorno di San Patrizio»

Da questa sera fino a domenica le porte del pub Wellington di via Cavallotti resteranno chiuse. Tutta colpa della festa di San Patrizio, il 17 marzo scorso, quando centinaia di persone invasero la strada davanti al locale provocando parecchi disagi: fu bloccato il passaggio delle auto, ci furono risse, cassonetti rovesciati, volarono bottiglie di vetro. Ora la questura di Lodi ha deciso di prendere dei provvedimenti per quei fatti, notificando la decisione del questore di tenere chiuso il locale per cinque giorni, a partire da oggi. «In otto anni è la prima volta che ci capita una cosa del genere - spiega Ilic Premoli, titolare del pub con Maurizio Dedè -. Conosciamo i nostri clienti e con loro riusciamo quasi sempre a tenere un profilo basso, per rispetto del vicinato, anche se poi le lamentele arrivano comunque perché c’è sempre qualcuno che urla o tiene la musica troppo alta dell’autoradio. Per la festa di San Patrizio invece c’è stato un afflusso straordinario di gente, più di 400 persone, rimaste tutte fuori visto che dentro abbiamo solo 40 posti. La situazione forse ci è sfuggita di mano, ci siamo accorti che stava succedendo qualcosa e per questo abbiamo deciso di chiudere il locale mezz’ora prima del solito». Già quella sera era dovuta intervenire la questura. La gente infatti aveva occupato tutta la strada e le auto che provavano a passare venivano circondate e spinte da una parte e dall’altra, a volte prese anche a calci. Poi ci furono cassonetti rovesciati in tutto il quartiere, scoppiarono delle risse, bottiglie di vetro vennero lanciate in strada «nonostante noi avevamo servito solo nei bicchieri di plastica». «Quella notte abbiamo pulito in otto per due ore, per rimettere in ordine la zona e pulire la strada. Ci teniamo ad avere un buon rapporto con i vicini. Forse avevamo sottovalutato la coincidenza della festa di San Patrizio con quella dell’Unità d’Italia, il 17 marzo. Per l’anno prossimo ci organizzeremo affinché non si verifichino più questi problemi».

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