«La nostra autonomia va salvaguardata»

L’appello unanime delle forze politiche in consiglio comunale

«Bisogna salvare l’autonomia del Lodigiano. Con il riordino delle Province non devono andare persi i servizi».

Un appello scandito da diverse forze politiche intervenute ieri sera in Broletto. In consiglio comunale è stato aperto il dibattito sul futuro del territorio, dopo l’introduzione di disposizioni di legge destinate a cambiare i nostri confini.

A dettare i tempi di un futuro accorpamento ci ha pensato il sindaco Lorenzo Guerini, sostenuto dalla sua maggioranza: «Si può fare un ragionamento di fusione con il Cremonese. Siamo invece contrari ad una Provincia del Sud Lombardia». Ma il Pdl in gran solitudine ha preso le distanze: «Vogliamo una Provincia allargata,che vada da Lodi fino a Mantova e anche a Pavia».

La discussione è stata aperta dal primo cittadino, che ha tenuto una relazione sull’incontro di ieri mattina a Milano con il Consiglio delle autonomie locali, organismo che ha il compito di elaborare una proposta per il riordino delle Province. «Ho forte perplessità sull’impianto normativo che riguarda il riordino di questi enti, le leggi sono molto pasticciate, scritte sull’onda emotiva dell’opinione pubblica. È stato offerto uno scalpo che è quello della Provincia - dice Guerini - ma il territorio è compatto, tra forze politiche, forze sociali e categorie produttive». Da Rifondazione comunista è arrivata poi una richiesta di salvaguardare la Provincia. «Bisogna fare resistenza rispetto alle scelte di questo governo. Nel momento in cui la politica deve restituire fiducia ai cittadini, si rischia di andare incontro a dei tagli delle assemblee elettive - afferma Antonio Bagnaschi - questo non è accettabile». E dal gruppo di centrosinistra «Lodi con Guerini» è stato lanciato l’allarme sulla possibile fuga di tanti presidi territoriali: «Così si rischia di far saltare tanti servizi per il territorio - sostiene Angelo Milani -. Invece che guardare le Province, dopo quello che è successo nel Lazio, il legislatore avrebbe fatto meglio a guardare all’organizzazione delle regioni, forse. Se non si può salvare l’autonomia territoriale, si salvi almeno la storia e l’identità del Lodigiano».

Sulla stessa lunghezza d’onda molti esponenti di opposizione. Contro la riorganizzazione dei confini territoriali ha preso la parola anche il capogruppo della Lega Alberto Segalini. «La Provincia è un ente utile per il nostro territorio, per i servizi che svolge. Mi auguro che i tribunali amministrativi, dove sono stati presentati dei ricorsi, si pronuncino i modo corretto - spiega -. Le Province devono restare come sono. Stacchiamo la spina a questo governo Monti e la Provincia di Lodi verrà salvata. Va salvaguardata la nostra Provincia e gli enti locali, forza trainante di questo Paese». E Salvatore Zireddu della lista civica di centrodestra ha invocato la necessità di ergersi a scudo del Lodigiano: «Bisogna sostenere le ragioni del territorio, per dare garanzie al nostro futuro. Bisogna continuare a difendere la Provincia di Lodi in tutti i modi».

Decisamente diversa la posizione del Popolo della Libertà, che ha rilanciato la tesi del vice presidente della Provincia di Lodi Claudio Pedrazzini.

La proposta Pdl è stata enunciata da Lorenzo Maggi: «Non bisogna cercare scappatoie. Bisogna adeguarsi alla legge che è stata fissata in Parlamento. Come gruppo vediamo con favore una Provincia allargata, che vada fino a Mantova, Cremona e in futuro fino a Pavia. Così si potrebbero ridurre di più i costi. E in una Provincia ampia, composta anche da oltre un milioni di abitanti, Lodi potrebbe avere un ruolo significativo».

Infine è stato approvato all’unanimità un documento contro la tesoreria unica statale e il trasferimento dei fondi da Lodi a Roma.

Matteo Brunello

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