La giornata studio dell’Ac

Essere al servizio della comunione di una comunità. Una comunione che è dono di Dio. Questo il primo grande compito dell’Azione cattolica secondo monsignor Domenico Sigalini, che dell’Ac è presidente nazionale e che sabato è stato ospite alla Giornata Studio al Passo della Presolana. Un appuntamento tradizionale per l’Ac di Lodi alla ripresa delle attività associative, e che anche quest’anno ha visto la presenza oltre che di numerosi aderenti, anche del vescovo monsignor Giuseppe Merisi, del vicario generale monsignor Iginio Passerini e di alcuni sacerdoti che hanno condiviso l’ascolto delle relazioni proposte nella mattinata. «Se l’Azione cattolica è al servizio della comunione di una comunità, aiuta ad andare al cuore della vita cristiana e ci mette tutta la passione», ha affermato Sigalini. «E la prima passione è la famosa corresponsabilità, di cui ha parlato anche Benedetto XVI al Forum Internazionale di Ac appena tenutosi in Romania. La corresponsabilità è il primo compito e il diritto di tutti i laici, di un laicato maturo che può portare un suo specifico contributo. Una consapevolezza che deve essere di tutti ma che l’Ac coglie come il suo essere preciso: se il parroco non ce la fa più, o il catechista, o chi per loro, può contare su qualcuno che gli dica «noi ci siamo»». Il tema scelto per la Giornata studio 2012 è stato infatti ”Dentro la vita, con le comunità. Ac e parrocchia, un rapporto che si rinnova”. Un rapporto che non può prescindere dai cambiamenti sociali in atto, su cui ha dato una lettura trasversale Francesco Marcaletti, docente di Ricerca sociale alla Cattolica di Milano, intervenuto come primo relatore. I cambiamenti del modo di vivere lo spazio e il tempo, i rapporti tra le generazioni, il moltiplicarsi di possibilità di scelte e dei momenti di transizione, portano la parrocchia, secondo Marcaletti, di fronte ad alcune domande: come non lasciare sole le persone davanti alle proprie scelte di vita? Come fare ancora attenzione alle dimensioni del maschile e femminile? Come essere ancora casa tra le case? Cosa ogni generazione ha ricevuto e può mettere a servizio degli altri? «Occorre un’enorme sensibilità, insieme a quella che il cardinal Martini chiamava grande scioltezza, libertà di spirito e creatività. Permettetemi la citazione in queste ore di commozione», ha aggiunto Marcaletti, che fu vice presidente giovani di Ac a Milano durante gli anni di episcopato martiniano.

© RIPRODUZIONE RISERVATA