La Fiera di Lodi in vendita a prezzi di saldo

Asta da 4 milioni e mezzo di euro per la Fiera di Lodi. Sarà pubblicato nei prossimi giorni il bando per la vendita dell’immobile di San Grato: due padiglioni da 2mila metri quadrati ciascuno, parcheggio da 400 posti e sala congressi. Le offerte dovranno pervenire entro un mese. Inaugurato nel 2009, il polo espositivo era costato circa 9 milioni di euro. Tra rinvii, ditte fallite e un’odissea per completare i lavori, erano passati anni prima dell’apertura.

«La vendita è un’indicazione che arriva dall’assemblea dei soci e condivisa anche da me – sottolinea Tommaso Danova, presidente di Lodinnova, la società di gestione della Fiera -. Ovviamente ciò significa vanificare l’idea iniziale della Fiera di Lodi, ma bisogna considerare che il periodo storico e le condizioni sono cambiate. Non si può paragonare il valore di allora a quello attuale, in una semplice logica di dare e avere. Il polo ha organizzato nel tempo diversi eventi e poi c’è uno spazio utilizzato come incubatore d’imprese, che è una realtà importante per il territorio. Bisogna considerare inoltre che dei 9 milioni di costo, circa 6 milioni erano arrivati da un contributo regionale». Fondi erogati dal Pirellone in passato e su cui sono state fatte verifiche tecniche di recente, perché le risorse erano finalizzate all’opera fieristica e ora si vuole scongiurare eventuali richieste di restituzione.

Dall’inizio delle sue attività la Fiera ha organizzato una media 7/8 eventi all’anno e una decina di convegni l’anno; a marzo 2016 a San Grato dovrebbe tenersi l’assemblea del Banco Popolare, la richiesta è stata già presentata a Lodinnova.

Negli anni la struttura non è mai riuscita a produrre le risorse necessarie per ripagare il forte investimento di partenza e chiudere in utile, tanto che molti, soprattutto nel dibattito politico, hanno parlato di “cattedrale nel deserto”. Polemiche a parte, i numeri di bilancio negli ultimi anni non sono risultati soddisfacenti. L’esercizio 2014 ha chiuso con una perdita di circa 300mila euro, mentre nel 2013 il “rosso” era stato di 360mila e l’anno prima di 470mila euro. Il “fardello” è rappresentato dagli ammortamenti e dagli oneri finanziari, perché nell’ultimo anno il margine operativo lordo è risultato positivo (oltre 50mila euro). I soci hanno quindi deciso di fare un passo verso la liquidazione di Lodinnova. La decisione è stata presa dai detentori delle quote di capitale (Comune di Lodi, Provincia, Camera di commercio, Confartigianato e Unione artigiani) per far fronte alla difficile situazione economica.

Sul mercato finisce tutta la struttura, sia la parte dove ha sede Sal (società che si occupa del servizio idrico) sia i padiglioni espositivi. La volontà di Lodinnova è quella di puntare inizialmente su un’asta pubblica, per poi passare eventualmente alla trattativa privata. Una manifestazione d’interesse era già stata espressa da Sal. «Restiamo interessati – riferisce il presidente della società pubblica Sal, Antonio Redondi – aspettiamo la pubblicazione del bando e poi valuteremo». Di fatto la Società dell’acqua lodigiana ha già il centro direzionale e amministrativo in via dell’Artigianato, mentre i magazzini sono altrove. L’ipotesi è che possa decidere di fare un investimento, per diventare proprietaria della sede e raggruppare in un unico spazio molte delle sue attività.

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