La Baerlocher non lascia Lodi

Quasi due ore di confronto, nelle quali l’azienda ha fornito due certezze: la chiusura dello stabilimento di Lodi è revocata e, anzi, l’intenzione è quella di mantenere in città una «significativa» attività industriale. Il cammino per la messa in sicurezza della Baerlocher di via San Colombano è ancora lungo, ma al termine del terzo incontro sindacale in pochi giorni i rappresentanti dei lavoratori ieri si sono detti soddisfatti. Il consulente della multinazionale tedesca, che a Lodi produce stabilizzanti per Pvc, tornerà a incontrarsi con i sindacati il 9 novembre per riempire di contenuti le promesse fatte ieri. Ma «i passi in avanti» compiuti nella trattativa (come li ha definiti un sindacalista) permettono di tirare un sospiro di sollievo e di proseguire il dialogo con un poco di serenità.

La prima notizia arrivata ieri, forse la più “pesante”, è la conferma ufficiale della casa madre tedesca che lo stabilimento lodigiano non verrà chiuso. Un risultato che non era scontato, alla luce delle premesse delle scorse settimane che avevano fatto temere i 92 dipendenti. Ma cosa succederà ora? L’azienda verificherà la possibilità di avviare due anni di cassa integrazione straordinaria, a partire dal gennaio 2012. Una risposta ufficiale in tal senso è attesa proprio il 9 novembre, ma i sindacati ieri hanno espresso ottimismo. Nei due anni di cassa straordinaria dovrebbero uscire dall’azienda in maniera volontaria i lavoratori vicini alla pensione e quelli che sfrutteranno eventuali incentivi economici. Sempre ieri la Baerlocher ha invece escluso licenziamenti collettivi forzati tra 2012 e 2013.

Resta da capire come sarà riorganizzato l’impianto e quale sarà la forza lavoro che potrà rimanere in azienda al termine dei due anni di cassa straordinaria, nella speranza che entro il 2013 le commesse tornino a salire e che le perdite registrate dallo stabilimento negli ultimi tre anni possano rimanere solo un ricordo. «Il consulente aziendale ha confermato che a Lodi resterà una significativa attività industriale - ha dichiarato ieri Francesco Cisarri, segretario della Filcem Cgil - gli abbiamo fatto ripetere più volte il termine “significativa” perché vogliamo essere sicuri. Siamo sulla buona strada, anche se i problemi rimangono». All’incontro di ieri, oltre ai sindacati confederali, erano presenti le Rsu e una decina di lavoratori. Oggi pomeriggio i sindacati incontreranno tutti i dipendenti in un’assemblea.

«La revoca della chiusura è importante - ha commentato Gianpiero Bernazzani, segretario della Femca Cisl -, i problemi non sono risolti ma con la cassa straordinaria avremo più tempo per gestirli. E nel frattempo non partiranno le lettere di mobilità, cosa che faceva molta paura». Positivo anche il commento di Francesco Montinaro, segretario provinciale della Uilcem: «Il mantenimento di un polo con vocazione produttiva a Lodi è importante, ora bisognerà ragionare sul piano industriale». Se la cassa straordinaria dovrebbe partire da gennaio, rimane il problema degli ultimi mesi del 2011. L’azienda potrebbe esplorare con l’Inps la strada di una breve cassa integrazione ordinaria per far fronte al calo delle commesse.

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