Inchiesta ferma, ma la Molina è sempre una fogna

Ancora nessuna novità sull’inchiesta sull’inquinamento della roggia Molina, che era stata avviata nell’ormai lontano 2009 dall’allora pm di Lodi Paolo Nicola Filippini e che nel dicembre del 2012 aveva visto la Forestale sequestrare il depuratore ex Astem, ora Sal, di cascina Costino. Un sequestro che dopo poche settimane era stato revocato a seguito dell’accoglimento delle due istanze di riesame presentate dai difensori degli indagati, i vertici di Sal. Il tribunale aveva deciso che non sussistevano le esigenze cautelari sia perché il sopralluogo che aveva motivato il sequestro datava autunno 2010 sia perché nel frattempo Sal aveva attuato alcuni interventi correttivi, come l’installazione di nuovi gruppi a ultravioletti per abbattere la carica batterica dell’acqua depurata e quindi gettata nella Molina.

Su questo filone, in cui si ipotizzavano la frode nelle pubbliche forniture, il getto pericoloso di cose e il danneggiamento aggravato, dal dissequestro in poi nulla è trapelato di nuovo dagli inquirenti. «Anche io avevo ottenuto un incontro in procura e mi era stato promesso un interessamento allo stato delle indagini, ma finora non abbiamo saputo nulla», ricorda l’avvocato Francesco Borasi di Milano, che assiste l’agricoltore Pietro Zanaboni, i cui campi sono bagnati dalla Molina, e che per questo chiede i danni a Comune e Astem (ora Sal). Non si può quindi escludere che l’indagine sia stata archiviata, mentre recentemente Sal ha annunciato l’avvio del cantiere da 3,7 milioni di euro per ampliare il depuratore del Costino, portandolo a una capacità di 60mila abitanti equivalenti.

Ma se l’acqua delle fognature arriverà ancora più pulita nella roggia, il problema rimane quello che invece ci viene scaricato prima: la Forestale, in un secondo filone d’indagine, aveva effettuato anche delle videoispezioni, pagate dal Comune di Lodi, arrivando, nel luglio del 2013, a denunciare i responsabili di due scarichi abusivi individuati nella zona industriale di via Secondo Cremonesi, quartiere Selvagreca: uno era depurato, l’altro no, ed era emerso che a ottobre del 2012 un condominio industriale aveva chiesto l’autorizzazione per uno scarico che però era già esistente da tempo.

«Ma non nascondiamo la netta impressione che ci siano fior di condomini, magari in zona Passeggio, che usano la Molina come fogna - conclude l’avvocato Borasi - e da questa situazione a nostro avviso il Comune di Lodi non può tenersi fuori. Anche perché il Consorzio di gestione della Molina risale ai primi del Novecento e tra i soci c’è anche il municipio: ci piacerebbe vedere le ricevute dei pagamenti che, come associato, il Comune avrebbe dovuto fare in tutti questi anni per la manutenzione del corso d’acqua».

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