In una mail a Uggetti le proposte per “scoraggiare” i concorrenti

L’1 febbraio del 2016 da un computer dell’avvocato Cristiano Marini, consigliere di Astem ma anche della Sporting Lodi, partì una mail indirizzata al sindaco Simone Uggetti e per conoscenza anche al presidente Astem Cristiano Galletti che conteneva una presentazione in power point riguardante l’affidamento delle piscine scoperte del Belgiardino e di via Ferrabini. Con argomentazioni giuridiche, riguardo alla praticabilità o meno dell’affidamento diretto a Sporting Lodi. Ma anche l’ipotesi di poter concedere gli impianti a un’associazione temporanea di imprese con Wasken Boys «puntando sulla scarsa appetibilità degli impianti e su vincoli di manutenzione straordinaria», o l’introduzione di «requisiti zonali per scoraggiare aspiranti esterni», o «requisiti di solidità economica per scoraggiare soggetti estemporanei».

Solamente l’8 marzo una dipendente comunale si presentò alla Finanza per esporre di essersi sentita pressata nell’elaborazione del bando e di aver deciso per questo di rinunciare all’incarico di responsabile del procedimento. L’e-mail è stata recuperata dalla guardia di finanza solamente dopo gli arresti del 3 maggio. E si è scoperto anche che il 12 febbraio una bozza del bando elaborata dall’ufficio sport del Comune era stata subito girata dal sindaco a Marini. La questione fondamentale del processo è che Marini in quel momento rappresentava una società in parte privata e che avrebbe dovuto concorrere all’assegnazione delle piscine in par condicio con chiunque altro, non conoscendo in anticipo le regole e addirittura, emerge dalle ipotesi accusatorie, ispirandole.

A illustrare ieri in aula le e-mail e spiegare i metodi di intercettazione è stato un luogotenente del nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza di Lodi che si era occupato delle indagini. Le difese si sono concentrare ancora una volta sulle modalità delle intercettazioni effettuate con il virus trojan installato sul telefonino Iphone dell’allora sindaco Simone Uggetti per trasformarlo a sua insaputa in una microspia.

Prima del militare, l’udienza di ieri ha visto sfilare l’imprenditore dello sport Marco Ballardini, il vice presidente del Fanfulla Nuoto Angelo Cerri e il presidente di Nuotatori Milanesi Roberto Del Bianco. Quest’ultimo ha spiegato di non aver ritenuto interessante la gestione delle due piscine scoperte lodigiane «per una serie di parametri». I primi due invece hanno ribadito che la loro impressione, all’epoca dei fatti, era che quel bando apparisse un po’ troppo su misura per la Sporting Lodi. «Solamente se questa società non avesse partecipato avrebbe potuto vincere qualcun altro», ha testimoniato Ballardini. Le difese hanno contestato ai due testi di avere quantomeno un punto di vista limitato del panorama delle società sportive. Il pm Laura Siani ha rinunciato a sentire altri militari, e la parola ora passa agli imputati. Il vicesegretario generale del Broletto Giuseppe Demuro si avvale della facoltà di non rispondere, l’imprenditore ed ex presidente Wasken Boys Luigi Pasquini si riserva di farsi interrogare o rilasciare dichiarazioni spontanee, l’avvocato Marini ha già preannunciato che parlerà a lungo.

Prossima udienza il 24 maggio.

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