In duecento senza più un lavoro:
il 2013 porta solo brutte notizie
Le previsioni non sono
ottimistiche in tutta
la Lombardia, il tasso
di disoccupazione
toccherà il 9 per cento
Strada in salita, anche nel 2013. Gennaio e febbraio se ne sono andati portandosi via 218 posti di lavoro solo nel Lodigiano, un numero che a livello lombardo raggiunge quota 10.835. Una cifra che in provincia corrisponde a 116 indennità di mobilità e 102 di disoccupazione.
Il fatto che i licenziamenti siano in calo del 7,2 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente non è una consolazione, soprattutto di fronte alla continua richiesta di ammortizzatori sociali che ogni giorno arriva all’indirizzo dei sindacati. Secondo l’indagine elaborata dalla Cgil, è come se in provincia ci fossero 767 persone in cassa a zero ore.
Il segretario provinciale della Cgil, Domenico Campagnoli, rilancia l’Sos sulla cassa integrazione in deroga, destinata alle piccole o piccolissime attività in difficoltà.
I soldi per la copertura economica, infatti, non ci sono: «La cosa più importante da fare è finanziare la cassa in deroga - dichiara -, rispetto alle 6mila domande presentate in Regione Lombardia ne sono state approvate solo 1.700. La copertura è già difficile per sei mesi, figuriamoci per tutto l’anno. È un obbligo urgente, sia per il governo che per la nuova amministrazione regionale».
Campagnoli è preoccupato anche per l’andamento degli ammortizzatori sociali, che vedono una crescita della cassa ordinaria e una diminuzione della straordinaria.
«Le ore richieste sono comunque tantissime - osserva -, il problema è che in molte situazioni si è esaurita la cassa e tutti i tentativi possibili sono stati fatti, compresi i contratti di solidarietà, ora si rischia di arrivare ai licenziamenti perché non ci sono più altri strumenti».
Secondo la Cgil, la prospettiva per il 2013, indicata anche dalla Camera di commercio, è quella di un aumento della disoccupazione fino a quasi il 9 per cento, un dato che si riferisce al panorama lombardo e che crescerebbe notevolmente se si tenesse conto del numero dei lavoratori coinvolti dai procedimenti di cassa integrazione e di mobilità in corso.
L’indagine elaborata dal sindacato indica che le previsioni non sono ottimistiche, anzi, si ipotizza un ulteriore calo della produzione industriale e la conseguente riduzione del tessuto produttivo e commerciale, in particolare quello delle piccole aziende e del comparto artigiano, «con il conseguente aumento della disoccupazione e del lavoro precario».
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