Il vescovo ai politici:

dare risposte a chi

si sente escluso

dalla nostra società

Un confronto per dare «risposte certe a chi oggi si sente escluso dalla società». A chi si confronta «con i dati disarmanti e in continuo peggioramento per il territorio della disoccupazione», a chi vive le situazioni di «New Lat, o ex Polenghi, o Marcegaglia di Graffignana, dove un’imprenditoria staccata dal territorio mostra tutte le sue debolezze»; a chi vive il dramma del «ritardo dei pagamenti negli ammortizzatori sociali». È Riccardo Rota, responsabile dell’Ufficio Problemi Sociali e del Lavoro della diocesi di Lodi ad introdurre, con questi temi, il momento di incontro, e dialogo, tra il vescovo di Lodi monsignor Giuseppe Merisi, gli amministratori e i rappresentanti del mondo economico e sociale del Lodigiano.

L’occasione era l’incontro di ieri sera, nell’aula magna del Collegio Diocesano di via Legnano, diventato ormai tradizione, nei giorni vicini alla festa di San Bassiano. Nelle prime file, il sindaco di Lodi Simone Uggetti, il commissario straordinario della Provincia di Lodi Simone Uggetti e il vice Mariano Savastano, ma anche il consigliere regionale Pietro Foroni, il presidente del consiglio comunale di Lodi Gianpaolo Colizzi, gli assessori Silvana Cesani e Andrea Ferrari, sempre per il comune di Lodi. E poi tanti sindaci di tutto il Lodigiano, dal Nord alla Bassa, in una sala gremita dalle prime alle ultime file. Presenti anche numerosi assessori e i vertici delle associazioni ecclesiali della diocesi, dall'Azione Cattolica alle Acli. In sala notati anche alcuni sacerdoti: tra questi, don Andrea Tenca della Caritas lodigiana, don Antonello Martinenghi dell’Ufficio Migrantes, il mitico don Peppino Barbesta dei Lavoratori Credenti.

«La tradizione è rischiosa se rimane formalità e non si concretizza in scelte decisive per le persone che oggi si sentono escluse e che chiedono risposte forti - ha proseguito nella sua relazione Rota - per una società accogliente e per un’economia rispettosa dell’ambiente, per una comunità in cui c’è attenzione alla spesa pubblica». Da monsignor Merisi sono arrivate riflessioni intense, a partire anche dalle parole di Papa Francesco e dai valori di «fede e carità, che sono i fondamenti delle legge della Chiesa - ha detto il vescovo - e dal diritto naturale, che si confrontano con complessità della vita di oggi, l’individualismo, la globalizzazione, che c’è, ma governata, con l’arrivo di popoli di diversa provenienza e fede, comunque fratelli». Centrale nell’intervento del vescovo, il tema dell’inclusione degli immigrati stranieri e della cittadinanza attiva, a cui «serve dare risposte strutturali», in riferimento all’obiettivo del superamento delle cause di povertà, ma anche all’affermazione dello ius soli, anche se le istituzioni scontano la difficoltà di «aver perso credibilità per non essere più in grado di trasmettere grandi ideali». Traguardi «non semplici da raggiungere», ha riconosciuto il vescovo, accolti come stimolo importante all’azione dagli amministratori coinvolti.

Tra gli interventi del dialogo, chiuso da Giuseppe Migliorini degli Stati Generali del Lodigiano, quello del sindaco di Lodi Simone Uggetti, che - in riferimento ai casi New Lat e Marcegaglia - ha sottolineato la necessità «di una presa di coscienza anche da parte di chi ha ruoli di responsabilità nel mondo economico». A prendere la parola anche il commissario straordinario della Provincia Cristiano Devecchi, che ha ribadito l’impegno sul tema del lavoro, «in cui l’ente lo scorso anno ha stanziato 150 mila euro e ha dato la possibilità a 65 persone di trovare un’occupazione». A fare il punto sugli interventi della Diocesi a sostegno delle difficoltà della crisi, monsignor Iginio Passerini, vicario generale, che ha parlato del fondo di solidarietà e della raccolta record di 2 milioni di euro, di cui sono già stati destinati - a 1043 famiglie - 1 milione e 987 mila euro.

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