I DATI Il triste record di gennaio: nel Lodigiano 63 persone morte col Covid

Nel pieno della quarta ondata più decessi rispetto allo stesso periodo del 2021: un vero e proprio bollettino di guerra

Andrea Bagatta

Sono 63 i lodigiani morti con coronavirus a gennaio, registrati ufficialmente dal Bollettino Covid regionale, più di quanti morirono nel gennaio del 2021, in piena seconda ondata di coronavirus. Nonostante i vaccini, la minor pressione sugli ospedali e le misure di contenimento in vigore da quasi due anni, questa quarta ondata Covid si è rivelata molto letale. Per tornare a un dato di decessi superiore bisogna tornare al 2020.

I dati puntuali non sono noti, ma il quadro è quello ormai conosciuto: il Covid non è l’unica patologia, ma una componente fondamentale, un acceleratore verso il fine vita dei soggetti più fragili. La maggior parte dei deceduti, così come rilevato sul campo, infatti presentava quadri clinici già compromessi o comunque difficili a causa di altre patologie. Ma questa è una costante conosciuta ormai fin dalla prima ondata, quando il Lodigiano raggiunse in poco più di tre mesi, dal 20 febbraio al 31 maggio, 676 morti. Da fine maggio fino alla fine di ottobre 2020, nel periodo di regressione del contagio, i decessi furono 33, e la fase peggiore della pandemia sembrava alle spalle. Ma con la seconda ondata, partita nel Lodigiano prima che altrove, a novembre 2020 ci furono 47 decessi, a dicembre 2020 ben 72, a gennaio 2021 altri 60. Il passaggio alla terza ondata ha segnato l’ingresso in una fase molto meno aggressiva della precedente. A febbraio i decessi furono 22, a marzo 25, ad aprile nella coda ormai di quella ondata, furono 16.

A maggio la terza ondata era ormai di fatto esaurita, e il numero dei decessi segnava finalmente il passo, con soli 4 deceduti. Una tendenza mantenuta, e addirittura affievolita, nei mesi successivi: a giugno 5, a luglio 1, ad agosto 2, a settembre, a ottobre 2, a novembre 2. La quarta ondata, iniziata con la variante Delta, nel Lodigiano è partita attorno alla metà di novembre, con i numeri dei decessi che hanno iniziato ad alzarsi 15 giorni dopo, come consuetudine conosciuta ormai. Da qui i 18 deceduti di dicembre.

L’esplosione del dato di gennaio, però, non era prevedibile in queste dimensioni, nonostante il picco del contagio raggiunto a inizio mese. Al di là della valutazione di ciascuno sul metodo di conteggio (comunque uniforme da febbraio 2020 a oggi) e oltre le differenze con la seconda ondata (più lunga e più letale nel complesso), questa impennata di morti deve invitare alla prudenza.

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