A novantasei anni dall’inaugurazione della struttura, datata 1914, gli impianti della sezione di Lodi del tiro a segno nazionale sono stati rinnovati e adeguati ai nuovi standard di sicurezza indicati dal ministero della Difesa, con un impegno complessivo di 140mila euro, reso possibile anche dai contributi della Provincia di Lodi e della Fondazione Banca Popolare. Una generosità che ha permesso al sodalizio presieduto da Luigi Felloni di risolvere finalmente anche alcuni problemi che si trascinavano dall’alluvione del 2002 e di restituire allo storico edificio di via Martiri del Poligono l’originario splendore.
Sotto il profilo tecnico, sono stati rinforzati i muri perimetrali per scongiurare la pur remota ipotesi che, nel caso di impiego di munizioni più potenti di quelle autorizzate o di ripetuti colpi fuori bersaglio, qualche ogiva possa fuoriuscire dalla struttura. Eliminati anche i pilastri lungo le linee di tiro, per scongiurare il rischio di rimbalzi, con la costruzione di nuove pareti in mattoni cavi riempiti di calcestruzzo. Adeguamenti tecnici, in una struttura dove l’attenzione alla sicurezza è sempre stata massima e non si ricordano incidenti di sorta, ma per l’occasione sono state realizzate anche nuove pavimentazioni, creati servizi per disabili, installate porte più sicure. «Il prossimo obiettivo sarà un ulteriore contenimento del rumore - annuncia il presidente Felloni - ma per ora siamo più che soddisfatti di quanto abbiamo potuto fare e non possiamo che ringraziare tutte le istituzioni che ci hanno sostenuti».
Struttura importante per le esercitazioni della maggior parte dei corpi armati (solo carabinieri e guardia di finanza usano poligoni propri) e quindi per la sicurezza, il tiro a segno nazionale, che è demanio militare ed eredita una tradizione nata a Lodi nel 1862 con il “vecchio bersaglio“ inaugurato da Giuseppe Garibaldi, è anche fucina di sportivi: negli anni recenti ad esempio il lodigiano Bruno Poiani, classe ‘68, ha conquistato il titolo nazionale di pistola libera. Tre i campi di tiro disponibili, con la possibilità di collocare i bersagli fino a 50 metri di distanza, per le carabine. A questo campo si aggiungono le linee per le armi sportive ad aria compressa e quelle per le pistole, anche di grosso calibro, con bersagli che si possono posizionare anche a 25 metri di distanza dalla postazione. Non manca ovviamente un’officina per la manutenzione delle armi. E con doveroso rispetto è ovviamente conservata anche la lapide che ricorda l’eccidio di partigiani avvenuto proprio qui al poligono.
Domenica 26 settembre, alle 11, si terrà la cerimonia di inaugurazione della ristrutturazione. Sono attesi il prefetto, rappresentanti della Provincia e del comune di Lodi, e seguirà anche una festa per i soci del tiro a segno. Con l’augurio che le armi siano sempre più sinonimo di sport ma la consapevolezza che la società civile non può rinunciare a difendersi.
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