
Il patentino obbligatorio per i cani: «Maggiore consapevolezza per i padroni»
LA PROPOSTA DI LEGGE L’associazione dei Comuni in campo con l’Ats: «In aumento gli abbandoni per gli esemplari delle razze più grandi»
Lodi
Una legge innovativa per salvaguardare benessere animale e sicurezza pubblica. In un contesto dove il fenomeno della detenzione irresponsabile di cani ad alta complessità gestionale ha assunto dimensioni preoccupanti, nasce una proposta normativa tanto innovativa quanto necessaria: il progetto di legge “Norme specifiche per alcune tipologie di cani a tutela del loro benessere e della pubblica incolumità”.
Si intende l’introduzione di un patentino obbligatorio articolato in un percorso formativo teorico-pratico, che qualifica il proprietario come figura responsabile e preparata.
A spiegare i motivi sono i dati: Anci Lombardia, promotrice insieme al servizio veterinario dell’ATS di Milano e Lodi del progetto di legge, ha chiesto ai comuni di partecipare ad un sondaggio. A rispondere al questionario sono stati 187, di cui 10 proprio dalla provincia di Lodi.
«Un valore relativamente elevato - spiega Elisa Cezza, referente di Anci Lombardia - considerata la ridotta propensione a rispondere ai sondaggi e il periodo pre-elettorale che interessava quasi due terzi dei comuni». Il motivo? «L’incremento di ingressi nei canili sanitari di molossoidi e terrier, in primis Pitbull, Amstaff, Dogo Argentino, Cane Corso e Pastori da guardiania, sta generando un sovraccarico insostenibile per le strutture di ricovero e per le casse degli enti pubblici».
Ma ad allarmare sono soprattutto i gravi e recenti episodi di morsicature e aggressioni, spesso legati a una gestione inadeguata, a contesti sociali fragili o a intenzioni dolose, che hanno coinvolto minori e in alcuni casi hanno portato anche a decessi. «E non si tratta di demonizzare queste tipologie di cani - spiega - ma di riconoscerne l’esigenza di una gestione competente e consapevole, per la loro sicurezza e quella della collettività».
Al centro vi è la “save-list”: un elenco di categorie di cani da tutelare attraverso la competenza, non attraverso il divieto indiscriminato. E a risentirne positivamente saranno anche i canili: «Di prassi - prosegue - i comuni, di fronte a rinunce di proprietà di chi non è in grado di gestire quelle specie canine, ne autorizzano l’ingresso nel canile rifugio convenzionato».
«Per questo, rendere obbligatoria la formazione per le nuove acquisizioni di queste tipologie di cani significa garantire che i futuri proprietari siano consapevoli e preparati, riducendo significativamente la probabilità di prese in carico incaute, e contribuendo così a prevenire le continue aggressioni».
A dimostrazione della saturazione dei centri di accoglienza per cani, è proprio il canile Adica di Lodi che, alla fine del mese scorso, ha fatto sapere che i posti disponibili sia al canile rifugio che a quello sanitario sono esauriti. E, non a caso, Roberta Vignoli, presidente della struttura, aveva dichiarato: «Più del 70% dei cani ricoverati sono molossi che non condividono il box con altri cani».
Dunque i proprietari, già possessori dei cani riconducibili a quei tipi di razze, dovranno prendere il patentino?
«No - ribadisce la referente -, la nuova norma non può applicarsi a fatti o situazioni preesistenti alla sua entrata in vigore. Con questo - conclude -, se la legge dovesse essere attuata, per coloro che diventano proprietari di quei cani appartenenti all’elenco, senza il possesso di patentino, rischierebbero sanzioni che vanno dai 500 ai 3000 euro e il divieto di detenere cani di medesima tipologia per un periodo di cinque anni».
Sul «Cittadino» di oggi potete leggere l’articolo di Francesca Fornaroli
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