Il Parco tecnologico punta a crescere

Il centro di ricerca è “a caccia” di fondi

Un polo della ricerca nel settore dell’agroalimentare, che ospita anche un “incubatore” per le imprese. Il Parco tecnologico padano è un centro che sviluppa progetti di portata internazionale. La struttura si trova a Cascina Codazza, oltre la tangenziale di Lodi e vicino all’università. Voluta dalle principali istituzioni del territorio, nasce dalla volontà di collegare l’approfondimento scientifico e la possibilità di applicazioni per le aziende. Nei prossimi anni questo sistema potrebbe crescere ancora: la richiesta di aziende che vogliono insediarsi in quel complesso è infatti in costante aumento, in più in zona Villa Igea dovrebbe essere realizzato un parco industriale dedicato alle biotecnologie. Si tratta di un maxi piano che richiede dei finanziamenti anche pubblici.

Saranno questi i “nodi” che dovrà affrontare il nuovo sindaco, che dopo le elezioni di maggio, guiderà palazzo Broletto. Il Parco tecnologico è ritenuto un gioiello ricco di grandi potenzialità, soprattutto in vista di Expo 2015, che si occuperà proprio di un tema legato al settore dell’agroalimentare. La gestione della struttura è in condominio tra i principali enti del Lodigiano: oltre al Comune, la Provincia, la Camera di commercio e la Regione. Un fiore all’occhiello è l’incubatore per le imprese, nato nel 2006 e pensato per aziende innovative nelle biotecnologie. Di fatto all’interno di Cascina Codazza, in uno spazio di 2mila metri quadrati, sono ospitate delle imprese neonate che hanno trasformato le loro ricerche in occasioni per far affari. Il centro offre quindi loro supporto e assistenza per le fasi di avvio. Il numero di queste realtà che hanno scelto Lodi per scommettere sulle loro idee è in costante crescita: in sei anni sono raddoppiate, arrivando ad essere in tutto 16. Purtroppo gli spazi a disposizione al Parco sono ridotti e le richieste sono molte. Per questo una delle prospettive è quella di ampliare l’attività dell’incubatore d’impresa, dando la possibilità ad altre mini aziende agroalimentari di scegliere Lodi per la loro crescita. Su questo fronte si attende l’esito del bando regionale, per ottenere le risorse necessarie.

C’è poi il progetto del parco industriale, già ribattezzato “Biofood Park”, dove le imprese una volta cresciute e aver sviluppato le loro ricerche possono camminare con le loro gambe e diventare più grandi. Per questo servono spazi più ampi e il Comune di Lodi aveva individuato la zona di Villa Igea. Nel 2009 il consiglio comunale del capoluogo aveva anche dato il via libera al cambio di destinazione urbanistica di quell’area, ampia quasi 400mila metri quadrati, che potrà diventare uno spazio d’insediamento per le aziende del settore agro-alimentare e biotecnologico. È l’approvazione del cosiddetto terzo accordo di programma, che definisce anche i tempi per il completamento del polo universitario. Era stato anche elaborato un primo studio di fattibilità, che prevede una progetto operativo e un piano di marketing. L’ipotesi è quella di dare vita ad un fondo immobiliare chiuso, ovvero una raccolta di sottoscrizioni di capitale da parte di investitori privati (banche, assicurazioni) per realizzare i lavori della nuova area attrezzata per le aziende. Il capitale che verrà conferito dagli enti locali (Comune di Lodi, Provincia e Camera di commercio) è rappresentato dai terreni in località Villa Igea. Sarà questo fondo immobiliare che si occuperà invece della realizzazione vera e propria delle opere. Il controllo pubblico verrà poi garantito da un comitato di gestione, governato dagli enti locali. Tutta la procedura è però ancora bloccata, perché era stato presentato un ricorso al Tar che contestava il cambio di destinazione d’uso dei terreni di Villa Igea. Quel ricorso è ancora pendente e non è stato discusso dal Tribunale amministrativo regionale. Di fatto quindi fino ad ora le aziende che nascono dalla ricerca non hanno uno sbocco dove potersi insediare, una volta cresciute, ed è già successo che in diversi casi hanno cercato fortuna in altri territori, disperdendo così opportunità di lavoro e ricchezza per il Lodigiano.

LE SFIDE DEL SINDACO - Un polo della ricerca nel settore dell’agroalimentare, che ospita anche un “incubatore” per le imprese. Il Parco tecnologico padano è un centro che sviluppa progetti di portata internazionale

© RIPRODUZIONE RISERVATA