
Il Natale è passato e le luminarie d’artista sono rimaste nella polvere
I lodigiani avevano perso le tracce delle luminarie d’artista. Fino a quando, due anni fa, sono rispuntate, ma accatastate in un magazzino comunale, più precisamente quello dietro l’ex Atm, a Porta Regale. Una brutta fine per le luminarie d’artista, costate addirittura 250 milioni delle vecchie lire nel 2002, quando a palazzo Broletto era guidato dal sindaco Aurelio Ferrari.
In più di un’occasione queste luminarie sono finite al centro della polemica politica, salvo poi scoprire che si trovavano in un deposito a prendere la muffa.
Ripercorrendo quanto accaduto in passato, gli addobbi erano stati pensati per completare l’arredo urbano della città durante tutto l’anno. L’iniziativa era stata autorizzata tra la fine del 2001 e l’inizio del 2002. Il piano, molto ambizioso, era stato firmato dall’artista Giulio Paolini, con un iter di realizzazione molto articolato.
L’esecutivo comunale aveva approvato due delibere per la progettazione e la realizzazione di strutture luminose a carattere artistico. La giunta aveva poi affidato con due provvedimenti la cura di opere illuminotecniche alla persona di Stefano Valenzano, da posizionare da piazza Castello a piazzale Barzaghi. La finalità era valorizzare l’immagine di Lodi, in occasione di particolari eventi o manifestazioni. Gli addobbi artistici erano stati messi in mostra per un periodo, poi erano scoppiate le contestazioni. E le luminarie d’artista erano sparite dalla circolazione.
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