Il Lodigiano sarà poco rappresentato in Parlamento

La geografia del voto in vista delle politiche

Partiamo dalla sfida all’uninominale: è lì che gli elettori vanno a mettere la propria croce su un candidato e, tra molte virgolette, dovrebbero indicare la propria preferenza per la persona più che per il partito. Purtroppo, però, a questo giro sarà dura per i lodigiani fare un ragionamento di questo tipo, visto che nessuno dei due principali candidati è espressione del territorio. La sfida sarà infatti tra Fabio Raimondo, avvocato con studio a Cesano Boscone, ex assessore a Melegnano e commissario di Fratelli d’Italia per il Lodigiano, e Paolo Costanzo, economista milanese specializzato in gestione d’impresa, nome inserito dal centrosinistra in quota Più Europa. Non mancano i malumori nella base locale dei partiti, costretta a digerire scelte prese dall’alto.

I precedenti

Una situazione che ricorda quella degli anni Ottanta, quando Lodi elesse il senatore Dc romano Alfredo Diana, oppure quella di Umberto Giovine, deputato fiorentino di Forza Italia tra il ’96 e il 2001.

C’erano poi Vittorio Emanuele Falsitta, avvocato milanese candidato a Lodi (allora Lombardia 3) ed eletto per Forza Italia alla Camera nel 2001. Ma nello stesso anno è ancora più significativa, sul fronte delle candidature espresse dai vertici di partito, quella di Romano Comincioli, compagno di scuola e poi collaboratore di Silvio Berlusconi, eletto al Senato nel 2001 al collegio di Lodi.

Le liste

E poi, in questa legge elettorale ibrida, ci sono le liste: Lorenzo Guerini, blindatissimo in prima posizione al proporzionale Lombardia 4, avrà sicuramente la sua poltrona alla Camera, ma le speranze per gli altri sono poche. Il collegio plurinominale di riferimento del Lodigiano, infatti, (che comprende Pavia, Lodi, Cremona e Mantova) manderà in parlamento sette candidati: presumibilmente, ce ne saranno quattro espressione di FdI, Lega, Pd e FI, e gli altri tre se li giocano M5S, Calenda, e un secondo candidato dei partiti principali. Potrebbe quindi entrare alla Camera Valentina Barzotti, lodigiana d’adozione, capolista M5S, ma non ci sono speranze per Luigi Augussori, senatore uscente, terzo nella lista della Lega, e ancora meno per Giulia Baggi, quarta in lista per FdI.

La rappresentatività

«Niente di nuovo: questo è il frutto del referendum che ha dimezzato i parlamentari - afferma un’importante voce della politica lodigiana a livello nazionale -. Tagliando il numero dei rappresentanti, si taglia la rappresentatività, penalizzando i territori piccoli come il nostro».

Di fatto, tolto Lorenzo Guerini, ora l’unico aggancio del Lodigiano con la politica “che conta” restano i due assessori regionali, Pietro Foroni e Guido Guidesi. Ma le elezioni lombarde sono imminenti. Anche in caso di vittoria del centrodestra, non è detto che i due siano entrambi confermati, ma nonostante questo hanno evitato il paracadute di un comodo seggio in parlamento per arrivare alla fine del mandato.

Un escluso eccellente, poi, è l’onorevole uscente Claudio Pedrazzini: il convinto passaggio in Azione non gli è valso una ricandidatura romana.

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