«Il lavoro è il vero bisogno di Lodi»

Al centro della sua sfida per guadagnarsi il primo posto alle primarie del centrosinistra c’è il lavoro. Simone Uggetti, ex assessore della giunta Guerini, su questo punto è chiaro: «Chi non sente l’esigenza del lavoro vuol dire che non capisce qual è la vera necessità di questo territorio». Per l’ex assessore all’ambiente, le politiche per il lavoro vanno di pari passo con l’idea di una comunità solidale che non dimentichi le risorse da destinare al sociale.

Negli ultimi giorni non è mancato qualche “battibecco” con il suo ex collega di giunta, Andrea Ferrari. Uggetti ha incassato il sostegno dell’ex sindaco Lorenzo Guerini e di una parte del partito, questo ha innescato la polemica sulla necessità di un rinnovamento all’interno del Pd. «Chi parla di nuovo è con me in consiglio comunale dal 1996», dice Uggetti.

Fa l’assessore dal 2005, quando ha deciso di candidarsi a sindaco?

«Tutto è nato con le responsabilità crescenti che mi sono state affidate nel secondo mandato. Ho avuto l’opportunità e la fortuna di occuparmi di tante questioni e ho pensato che la candidatura a sindaco potesse essere la mia strada. Sono state decisive le persone che mi hanno incoraggiato».

Se dovesse diventare sindaco, cosa farebbe come prima cosa?

«Farei in modo che i dipendenti comunali si spostino in bicicletta, diminuendo le risorse per le auto acquisterei nuove biciclette. Farei una casa dell’acqua e un orto urbano in tutti i quartieri. Riqualificherei subito l’Isola Carolina ed estenderei la banda larga a tutta la città».

Lei sta puntando la sua campagna elettorale sul lavoro, un settore sul quale il Comune ha una competenza limitata. Cosa si può fare di concreto?

«Si può insistere sul progetto dell’Università, che con i suoi studenti è un’opportunità di lavoro. Si può puntare sul parco industriale per portare qui le aziende agroalimentari, utilizzare il “modello Icr” (incentivi per chi investe a Lodi, ndr) anche con altre realtà, puntare sulla “green economy” e prevedere aiuti ai commercianti nel tentativo di diminuire i costi degli affitti dei negozi».

A proposito del Business Park, se ne parla da tanto e si ha la sensazione di un progetto “nebuloso”...

«Il progetto esiste ed è negli atti da molti anni, è una sfida per attirare nuove imprese».

E questa sarà la volta buona per farlo partire?

«Ce la si può fare, mi impegnerò per questo».

L’ex sindaco Guerini la sostiene nella sua corsa. In caso di vittoria amministrerà in continuità?

«In continuità e con molto rinnovamento, come è normale che sia».

Il fatto che la sostenga anche una buona fetta del partito, l’“apparato Pd”, non è un ostacolo al rinnovamento?

«Chi lo pensa non mi conosce bene, guardo molto alla capacità, all’esperienza, alla voglia di fare delle persone. Nella vita servono equilibrio e la propensione a risolvere i problemi. Chi parla di nuovo è con me in consiglio comunale dal 1996».

Questi sono i criteri che utilizzerà nelle nomine delle partecipate?

«Voglio persone che sappiano fare bene per la città».

Dalla sua parte si sono schierati gli ex assessori Brunetti e Codeluppi, ha già pensato se riconfermarli in caso di vittoria? Ha già un’idea della squadra che vorrà al suo fianco?

«La squadra si farà dopo, ci dovrà essere una valutazione delle capacità e dei risultati elettorali».

Il suo sfidante Pierantonio Rancati nei giorni scorsi ha polemizzato sulla nomina di Paolo Colizzi alla presidenza del consiglio comunale. Lei si spenderà per la sua rielezione?

«Ci sono candidati che in questi anni hanno tessuto con Colizzi un rapporto più stretto rispetto al mio. Il futuro politico di ognuno di noi dipende da un dato ineludibile: le elezioni, attenderemo il risultato e poi il consiglio comunale valuterà chi meglio può svolgere questo ruolo».

Prenderà degli impegni precisi per quanto riguarda il consumo di suolo?

«Il punto di partenza è il Pgt, Piano di governo del territorio, approvato nel 2010, questi sono fatti e non chiacchiere. Abbiamo scelto di ridurre l’espansione della città. L’obiettivo è l’utilizzo consapevole del suolo, ovvero utilizzarlo il meno possibile, solo per un’indubbia utilità pubblica».

Greta Boni

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