Il dramma di Altea, parla l’investitore

È stato interrogato in procura, come richiesto dal suo difensore dopo l’avviso di fine indagini, il 55enne di Milano, G.S., indagato per omicidio colposo e guida in stato di ebbrezza perché era al volante del suv Range Rover Evoque che nel pomeriggio dell’11 novembre dello scorso anno travolse Altea Trini, 17 anni, di Lodi ultima di una fila di scout in bicicletta che stavano attraversando la provinciale Sordio - Bettola, provenienti da Vizzolo Predabissi e diretti al centro di Casalmaiocco.

Il fuoristrada, che era in leasing e che il 55enne aveva ritirato da pochi giorni, viaggiava in direzione della via Emilia. Secondo la perizia del pm la velocità al momento in cui, avvistati gli scout, era iniziata la frenata era di 120 chilometri orari, dalle analisi del sangue in ospedale era emerso per il conducente un tasso etilico superiore a 1,5 grammi / litro.

«Non contestiamo la responsabilità, e stiamo sollecitando l’assicurazione a un risarcimento che sia importante - spiega l’avvocato milanese Luigi Vanni, che difende l’automobilista - ma teniamo a circostanziare alcuni aspetti.

Il primo, è la contestata ubriachezza: il nostro consulente tossicologo Franco Lodi ha rilevato lacune nella metodica d’analisi ematica effettuata in ospedale e tra l’altro al mio assistito sia stata data la possibilità di una valutazione di questo accertamento irripetibile da parte di un proprio perito. Il secondo, è la velocità: il mio assistito ritiene che fosse superiore al limite, ma di poco, ed è convinto che certamente non correva a 120 come gli viene invece contestato. I tecnici dell’accusa sembrano non aver considerato che la frenata è iniziata sull’asfalto ed è finita su un campo d’erba bagnato, ma nelle formule non troviamo riportati i due coefficienti d’attrito ben differenti. Elemento essenziale per calcolare la velocità di partenza». L’automobilista infatti aveva sterzato verso destra nella speranza di evitare Altea.

«Probabilmente si aspettava che l’auto si fermasse in spazi più brevi - conclude il legale -, il conducente ricorda di aver avuto l’impressione che sia mancato l’effetto “freno motore” cui era abituato guidando altre vetture e ipotizza che questo fenomeno sia dovuto al fatto che questo suv ha il cambio automatico».

L’automobilista milanese non risulta avere precedenti penali per violazioni al codice della strada.

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