Resta appesa a un filo la vita del ciclista amatoriale travolto domenica in tangenziale. Anche se oggi forse dall’ospedale dove è ricoverato, l’Humanitas di Rozzano, potrebbero arrivare notizie un pochino più precise, e magari più rassicuranti, allo scadere delle fatidiche 72 ore dall’incidente. L’uomo, un 65enne residente a Pandino, A.M. le iniziali, è stato operato alla testa già domenica pomeriggio e gli è stato asportato un ematoma cerebrale, mentre la parte del viso vicino all’occhio gli è stata letteralmente ricostruita. L’impatto infatti è stato molto violento. L’uomo, in sella a una bici da corsa, era in tangenziale, sulla corsia di uscita allo svincolo di San Bernardo, direzione Milano. Un’auto alle sue spalle lo ha preso in pieno (il conducente non si era accorto della sua presenza in corsia) e lo ha sbalzato prima sul parabrezza e poi sulla capote del veicolo, facendolo cadere a terra alle spalle della vettura. Un impatto reso ancora più drammatico dal mancato uso del caschetto da parte del ciclista, che per lo meno avrebbe potuto rendere meno gravi le conseguenze della caduta.
Il conducente dell’auto invece è un romeno di 37 anni, C.C.B.F. le iniziali. Per lui è scattata d’ufficio la denuncia a piede libero per “lesioni gravissime”. È risultato subito negativo all’alcoltest. Sia la sua auto che la bici del povero ciclista sono state poste sotto sequestro.
Il 65enne arrivava quindi da Crema e aveva imboccato la tangenziale, mentre a San Bernardo sarebbe uscito, non è chiaro se per entrare in città o per proseguire sulla via Emilia. Agli imbocchi della tangenziale non sono presenti cartelli stradali che indichino il divieto di accesso a determinati veicoli, come le biciclette, e quindi anche queste vi possono accedere. Del resto la “tangenziale” è classificata da San Grato fino allo svincolo di San Bernardo come via Emilia, mentre da San Bernardo a Fontana viene considerata come la prosecuzione della provinciale 235. Non quindi come le tangenziali delle grandi città.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
