Igiene urbana, a Lodi sciopero e presidio dei lavoratori

Da 27 mesi il settore attende il rinnovo del contratto

Sono 27 i mesi di mancato rinnovo contrattuale nel settore dell’Igiene pubblica, lunedì mattina è scattato lo sciopero nazionale degli addetti del settore, indetto da Cgil, Cisl e Uil, a Lodi adesione fino all’80 per cento nelle aziende sindacalizzate, a partire da Linea Gestioni. I servizi essenziali sono stati comunque garantiti dalla quota di lavoratori precettati. E nonostante la pioggia un manipolo di lavoratori e sindacalisti si sono radunati sotto la prefettura in corso Umberto per dare visibilità alla protesta. «Lo sciopero è andato molto bene secondo i primi riscontri – spiega Francesca Di Bella, segretario della Fp Cgil -. I lavoratori hanno capito che è necessario mobilitarsi per smuovere una trattativa che a livello nazionale si è arenata per le richieste contrapposte al tavolo negoziale. I datori di lavoro insistono per avere maggiore flessibilità e un’estensione dei part-time, ma è finito il tempo del lavoratore sempre a disposizione. Noi chiediamo invece interventi per la sicurezza e maggiori tutele, con un adeguamento salariale opportuno. E la nuova normativa sulla concorrenza, ancora da verificare nei suoi effetti, non ci lascia tranquilli». La questione non si limita però alla pur complessa contrattazione nazionale, bensì al tema dei servizi, soprattutto in ambito pubblico. «Ormai è arrivato il momento che non è più rinviabile un confronto con gli enti locali e le istituzioni pubbliche sul tema degli appalti nei servizi – continua Di Bella, con il sostegno del segretario confederale di Lodi Eliana Schiadà -. Non è più possibile continuare a ragionare in un’ottica di massimo ribasso e risparmio per i comuni, senza capire che in gioco c’è la tutela e la dignità dei lavoratori, ma soprattutto un servizio essenziale per i cittadini».

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