
I tagli “prosciugano” le casse dei comuni
Quest’anno mancheranno all’appello più di due milioni di euro
n Le casse dei comuni si fanno sempre più leggere. Quest’anno il taglio dei trasferimenti avrà un impatto pesante: due milioni e mezzo in meno, solo per le realtà che contano più di 5mila abitanti e che quindi devono rispettare i vincoli del patto di stabilità. Il colpo più duro spetterà alla città del Barbarossa, all’appello mancherà più di un milione di euro, tuttavia anche Casale, Codogno e Sant’Angelo vedranno prosciugarsi le tasche rispetto al 2010. In pratica, ogni cittadino vedrà sparire da sotto il naso una cifra di quasi 22 euro.
La sforbiciata è legata all’introduzione di una nuova legge, la 122 del 2010, che riduce i soldi erogati dal ministero dell’Interno, il decreto emanato alla fine dell’anno scorso ha poi svelato l’effetto del provvedimento.
L’argomento è stato affrontato in una ricerca commissionata dallo Spi Cgil all’Ires, l’Istituto ricerche economiche e sociali; in particolare il lavoro è stato svolto dal segretario provinciale Spi Cgil Loris Manfredi e dal direttore Ires Piemonte Francesco Montemurro. «A questo punto - ha ribadito più volte Manfredi insieme a Piero Mazza dello Spi - i sindaci si troveranno di fronte a una scelta: tagliare a loro volta i servizi oppure aumentare le tariffe». Dal loro punto di vista, la situazione sarà insostenibile, soprattutto perché il bisogno di assistenza è destinato a crescere.
Il sindacato ritiene che i numeri possano essere una buona base di confronto tra organizzazioni e istituzioni, non solo per capire che cosa è successo negli ultimi anni nel Lodigiano ma anche per prendere le decisioni del futuro senza sbagliare.
I ricercatori hanno esaminato i bilanci dei diversi comuni, i dati emersi dai rispettivi rendiconti mostrano quanto sia difficile far fronte alle spese destinate all’erogazione di servizi pubblici e al funzionamento della “macchina”: senza azioni straordinarie da parte delle amministrazioni, come la destinazione di una parte degli oneri di urbanizzazione e dell’avanzo alle spese correnti, non ci sarebbe l’adeguata copertura finanziaria.
Nel corso della presentazione del rapporto, la Cgil ha sottolineato più volte quanto sia difficile per i sindaci far quadrare i bilanci. Mantenere l’equilibrio può essere un’impresa ardua anche per i centri più piccoli che contano più di 3mila abitanti, anche se secondo gli addetti ai lavori ci sono due elementi da tenere in considerazione: i comuni al di sotto dei 5mila residenti non sono soggetti alle regole del patto di stabilità, per questo hanno dei margini di manovra finanziaria più ampi, mentre quelli più piccoli nel Lodigiano sono coinvolti in una gestione associata dei servizi, un fenomeno che ha un impatto positivo sui conti. Soprattutto per quelli analizzati, relativi alla parte corrente, ovvero al rapporto tra le entrate ordinarie e le spese correnti, sommate alle spese per rimborso di prestiti.
Greta Boni
Le casse dei comuni si fanno sempre più leggere. Quest’anno il taglio dei trasferimenti avrà un impatto pesante: due milioni e mezzo in meno, solo per le realtà che contano più di 5mila abitanti
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