I ragazzi non leggono abbastanza e non sanno comprendere i test Invalsi, a Lodi nasce “Ali di parole”, la rete delle biblioteche scolastiche VIDEO
SCUOLA INNOVATIVA Tuffarsi nei libri per il piacere di farlo è l’obiettivo, un appello dei professori perché si aggiungano scuole e i presidi sostengano il progetto, favorendo la lettura e gli aggiornamenti del personale
Lodi
I ragazzi non leggono abbastanza e non sanno comprendere le richieste dei test: a Lodi è nata la rete delle biblioteche scolastiche “Ali di parole”. Le biblioteche delle singole scuole si sono messe insieme per condividere aggiornamenti e buone pratiche, iniziative comuni, anche tra scuole di grado diverso, per favorire l’amore per la lettura nei ragazzi. Senza chiedere nulla in cambio: leggere per il piacere di farlo. L’obiettivo, ovviamente, è formare dei giovani sempre più formati, cittadini a tutto tondo. E il progetto sta andando bene, i ragazzi sono sempre più coinvolti. Ne abbiamo parlato con le insegnanti Sara Cippitelli della scuola media di primo grado di Mulazzano, Paola Bosi, docente del Maffeo Vegio e Silvia Alloni della scuola primaria Pascoli.
. Video di Alexandru PloiesteanuI ragazzi leggono poco, nasce la rete delle biblioteche scolastiche
«Dagli ultimi dati Invalsi emerge un quadro abbastanza preoccupante - commenta la professoressa Cippitelli -, moltissime domande non vengono comprese non perché i ragazzi non abbiano sviluppato competenze in quella disciplina, ma perché non intendono quello che leggono. C’è un problema ben individuabile. I ragazzi hanno bisogno di leggere tanto e trovare il piacere vero, per se stessi, oltre che per la disciplina per la quale si legge».
Per questo è nata la rete delle biblioteche scolastiche denominata “Ali di parole”.
«L’obiettivo è condividere con quante più persone appassionate, dall’infanzia alle superiori, delle buone pratiche, dei passi che aiutino noi docenti, famiglie e ragazzi ad amare la lettura, approcciarsi al libro con passione, amare il libro e le storie che il libro ci può raccontare».
(Foto di Alexandru Ploiesteanu)
«Le biblioteche presenti sono 15, al momento, soprattutto istituti comprensivi, da Mulazzano a Zelo, Sant’Angelo, Borghetto, Castiglione, Lodi, ai quali si aggiungono il Maffeo Vegio e l’Einaudi. Ci auguriamo che le adesioni crescano anche da parte delle superiori».
«I vantaggi - spiegano le docenti - sono molteplici, partendo dalla formazione dei docenti, con l’aggiornamento continuo sulle nuove proposte editoriali internazionali. Se i bambini e i ragazzi leggono meno è perché spesso e volentieri la scuola sembra non andare incontro ai loro interessi, al loro linguaggio. Il secondo intento è condividere buone pratiche come l’istituzione di gruppi di lettura e di biblioteche di classe per migliorare il rapporto con il libro. Ogni scuola si organizza, ma vogliamo che ci sia una rete che accompagni tutte le scuole. Ogni scuola ha dei referenti della lettura. Attraverso delle riunioni cerchiamo di tenere i fili per condividere le buone pratiche che ci portino all’obiettivo finale: far leggere e far sì che i ragazzi diventino dei buoni cittadini».
(Foto di Foto di Alexandru Ploiesteanu)
«Quest’anno è partita la formazione con la dottoressa Alice Bindi. Abbiamo già fatto due incontri, ne seguiranno altri due, poi c’è la partecipazione alle fiere: adesso andremo a Roma, poi al salone di Torino, alla fiera di Bologna sulla letteratura per l’infanzia e poi al festival “Mare di libri” che si tiene a Rimini».
«Un vantaggio fondamentale - precisa la docente del Vegio Paola Bosi - è quello di creare una progettualità verticale da un grado all’altro che spesso viene realizzata nei circoli didattici, ma è mancante tra il primo e il secondo grado. Sarebbe interessante proporre percorsi di promozione della lettura che coinvolgano le ultime classi delle medie e le prime classi delle superiori per pensare al futuro dei ragazzi e creare percorsi peer to peer. È uno degli obiettivi che ci vogliamo porre. Vogliamo coinvolgere anche altre scuole superiori».
«Alle Pascoli i bambini leggono, hanno tanto entusiasmo per la lettura, ancora di più quando vengono in un posto come nella nostra biblioteca - aggiunge Silvia Alloni -, dove ci sono tanti libri da sfogliare. È una grande opportunità anche per i bambini dell’infanzia avere una biblioteca così fornita come la nostra. Ha un grande valore socio educativo prendere in prestito un libro, fermarsi nel luogo, leggere con i compagni, fare un disegno insieme. Stiamo facendo un percorso con la scuola dell’infanzia, creiamo dei testi, si disegnano e si raccontano storie e si leggono agli altri: i più grandi seguono i più piccoli. Il nostro ambiente favorisce l’apprendimento, stimola la fantasia e comportamenti sociali adeguati alla convivenza civica. Siamo molto contenti di partecipare e che si sia avviato un percorso di rete provinciale di biblioteche. Ci auguriamo di proseguire e allargare sempre più questa possibilità».
«In biblioteca si può venire sempre - conclude Alloni -. Le classi hanno un planning e scelgono quando venire, ma vengono anche dalle superiori. Abbiamo libri in lingue, sull’ambiente, sulle scienze, ci stiamo attrezzando a dare aiuti per aumentare le proprie conoscenze. Ogni giorno c’è qualcuno che viene a fare delle ricerche, a fermarsi a leggere, intavolare discussioni».
«C’è un uso sistematico dello smartphone tra i ragazzi e non è sempre positivo - ammette l’insegnante Cippitelli -; il digitale fa sì che i ragazzi vogliano tutto subito. L’intelligenza artificiale è un facilitatore nella produzione scritta, danneggia il rapporto che cerchiamo di costruire con i libri. Non è un “giocare” alla pari. Tra un libro da leggere che richiede tempo e un po’ di fatica e il telefonino, la lotta è impari. Noi vogliamo arrivare a capovolgere il rapporto. Siamo fiduciosi».
«Abbiamo bisogno anche dei dirigenti - dicono le docenti -, la figura del dirigente è fondamentale. Non ci può essere solo il gruppo dei docenti che opera per incentivare l’educazione alla lettura, ma deve esserci anche il dirigente per dare alla lettura l’importanza che merita. Lanciamo un appello anche ai presidi perché promuovano e coltivino l’educazione alla lettura. Ci auguriamo che la rete faciliti anche il ruolo dei dirigenti che è davvero molto importante».
«Nella mia scuola per esempio - commenta la professoressa Cippitelli - dove da 4 anni esiste il gruppo di lettura è che i ragazzi aderenti, da 30 sono diventati 90. C’è grande entusiasmo a partecipare all’incontro con gli autori, chiedono alle famiglie di acquistare i libri perché devono leggerli con il gruppo di lettura. Il gruppo di lettura è misto tra prima e terza media e i ragazzi possono partecipare in modo facoltativo, poi ci troviamo ogni 2 o 3 mesi. Noi docenti proponiamo il testo sulla base degli aggiornamenti, poi abbiamo gli incontri in presenza con i ragazzi, con l’autore, il traduttore o l’illustratore. Di recente abbiamo incontrato Federico Taibi, traduttore del libro “Le piccole astuzie” di Deborah Ellis, candidato al premio Strega e venerdì sapremo se ha vinto. Taibi ha incontrato i nostri ragazzi in 3 o 4 scuole: un modo per ampliare la nostra offerta formativa legata alla lettura».
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