I medici contro il Pronto Soccorso

In un documento la richiesta di spostare a settembre l’apertura del dipartimento rinnovato al Maggiore: troppi, secondo loro,

i limiti strutturali e i problemi legati alla carenza di personale

Rischia di slittare ancora l’apertura del nuovo Pronto soccorso. I problemi portati sul piatto dalle organizzazioni sindacali e dallo stesso personale del pronto soccorso stanno scaldando ulteriormente il clima all’interno dell’ospedale. L’ultima data fissata dall’amministrazione per l’apertura era quella dell’inizio di luglio, ma i medici hanno chiesto di posticipare l’avvio dell’attività nella prima metà di settembre. Questo per risolvere le questioni aperte e superare almeno le carenze di personale dovute alle ferie estive. Lunedì i sindacati medici hanno incontrato il direttore amministrativo Francesco Magni e sollevato diverse questioni. Tra queste, la difficoltà per un solo medico di turno, dopo la mezzanotte, di gestire i 12 letti dell’osservazione breve (Obi) e i pazienti che accedono in pronto soccorso, nella struttura a circa 20 metri di distanza. Sul sottofondo resta sempre il tema del numero degli infermieri: i sindacati ne hanno chiesti una dozzina in più, mentre per l’azienda l’incremento di 6, da aggiungere a 3 nuovi operatori socio sanitari, è sufficiente.

Magni non ha dubbi: «Faremo slittare l’apertura del nuovo Dea - dice -; non sarà a luglio come previsto; non abbiamo ancora deciso la data, ma sarà tra la fine di agosto e settembre. Abbiamo ridotto di 25 unità i posti di amministrativi e operatori tecnici previsti in pianta organica e scoperti, sostituendoli con 25 tra infermieri, tecnici sanitari e oss. Questa operazione ci ha consentito di aumentare gli operatori del Pronto soccorso. Un solo medico dopo la mezzanotte è sufficiente a gestire tutto e le distanze tra l’Obi e il reparto non sono così ampie. Ci sono anche gli operatori del 118 a supporto. In questi anni, gli interventi al Pronto soccorso sono andati via via diminuendo».

Il personale però non la pensa così. I medici del reparto, infatti, hanno steso un documento nel quale denunciano «la situazione di estremo caos e disservizio che si verrebbe a creare con l’imminente apertura del nuovo Pronto soccorso. Siamo sotto organico - scrivono i dottori - sia medico che infermieristico, con evidenti e logiche criticità, date anche dal pericolo di ferie. A questo si aggiunge la mancata volontà della direzione di sentire i veri attori in campo quotidianamente per una loro valutazione sulla necessità e sull’opportunità di un cambio di rotta così repentino e pieno di insidie. L’insidia e il pericolo - scrivono i camici bianchi - stanno soprattutto nel fatto che noi per primi siamo stati tenuti all’oscuro di tutto il progetto, e quindi non sappiamo come muoverci». I medici denunciano anche quelle che, secondo loro, sono le «carenze strutturali» del nuovo pronto soccorso, «sia per gli spazi che ospiteranno la sala visite, sia per la mancanza di dotazioni strumentali minime ad affrontare serenamente l’urgenza. Riteniamo che sarebbe più costruttivo ragionare con calma sul da farsi e valutare serenamente gli eventuali errori, ponendo velocemente mano a soluzioni di ripiego. Tutti noi siamo ben intenzionati a buttarci e confrontarci con gli altri in questa nuova ed affascinante avventura, ma con i mezzi adatti per non fare brutte figure. Non vogliamo, per nessun motivo, arrivare allo scontro, ma neanche essere sbeffeggiati e presi in giro con promesse che poi non si possono mantenere».

Cristina Vercellone

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