«I furti nelle chiese purtroppo sono frequenti»

Tre raid in soli due giorni, in duomo, all’Incoronata e in via Fissiraga

«I furti nelle chiese purtroppo sono abbastanza frequenti, ne contiamo in media almeno uno al mese». A dirlo è don Luca Anelli, direttore dell’ufficio diocesano per l’arte sacra e i beni culturali, nonché parroco di Bertonico, dopo i raid avvenuti nei giorni scorsi in tre luoghi di culto di Lodi, il tempio dell’Incoronata, il duomo e l’oratorio di Sant’Antonio in via Fissiraga. «In genere spariscono oggetti piccoli, più facili da asportare e anche da rivendere - aggiunge amaro il sacerdote -, anche se forse uno degli ultimi episodi non si configura proprio come “furto di opere d’arte”». In effetti in via Fissiraga è sparita la pisside con le ostie consacrate, oltre a due candelabri di scarso valore, e questo ha fatto pensare che lo scopo del furto fosse quello di organizzare riti satanici. Le particole sono state trovate sparse a terra sull’altare, ma nonostante questo «non è dato sapere se eventualmente qualche particola consacrata sia stata asportata» ha precisato ieri la curia in una nota. Dalla cattedrale, invece, erano spariti due candelieri dall’altare di San Bassiano nella cripta e una lamina che raffigura la mitria con il pastorale e la croce incrociati, un oggetto quest’ultimo dal forte valore simbolico. Dall’Incoronata, infine, è stato rubato il crocifisso del Seicento, di bronzo rivestito in oro, posto sopra il tabernacolo.

«Alcune chiese sono dotate di allarmi e videosorveglianza, ed è una buona cosa - aggiunge don Luca Anelli -, ma altre purtroppo sono indifese. Non riusciamo ad avere un’attenzione unica in tutte le chiese, dipende dai luoghi in cui si trovano e se sono in posti più o meno isolati. In ogni caso ognuna deve gestirsi per conto suo».

Sui furti che hanno scosso la città in questi giorni, e in particolare sul gesto sacrilego compiuto nella chiesa di Sant’Antonio, ieri è intervenuto anche il vescovo di Lodi, monsignor Giuseppe Merisi, che insieme alla condanna ha espresso «una grande amarezza personale, perché quello che è successo riguarda sia il rispetto della pratica religiosa e dunque la fede e la vita della comunità ecclesiale, sia la vita della società civile. In particolare siamo addolorati perché siamo vigilia della festa del Corpus Domini. In diocesi ci sarà una Messa ”di riparazione” nei prossimi giorni». La data di questa cerimonia è già stata fissata: si terrà giovedì prossimo, 30 giugno, alle ore 16, in via Fissiraga. Gli autori di questi furti invece, se mai venissero identificati e scoperti, potrebbero venire colpiti anche dalla scomunica, visto che il gesto sacrilego compiuto a Sant’Antonio è considerato non solo un grave peccato, ma anche un delitto ai sensi del codice di diritto canonico, che comporta la pena gravissima della scomunica.

D. C.

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