Cure palliative, quando l’assistenza parte dal cuore
LODI E CASALE Oltre 2600 pazienti tra visite e ricoveri, in hospice e a domicilio, in un anno, nella struttura diretta dalla dottoressa Benedetta Franchi
Lodi
Quando l’assistenza è fatta con il cuore si vede. Siamo all’hospice di Lodi e per la Giornata nazionale delle cure palliative, il reparto dell’Asst di Lodi illustra le sue attività di eccellenza alla comunità e lo fa con il convegno intitolato “C’è vita in Hospice”. L’evento si terrà il prossimo 29 novembre, con inizio alle 9, presso il training center dell’ospedale Maggiore.
«Spesso – spiega Benedetta Franchi, responsabile della struttura di Cure Palliative e Hospice dell’Asst di Lodi - quando un paziente arriva in hospice si dice che non c’è più nulla da fare. La realtà che viviamo quotidianamente è che invece in hospice c’è tanto, tantissimo da fare. Se non per la malattia, sicuramente per la persona malata e per la sua famiglia, sia dal punto di vista clinico-terapeutico che assistenziale».
Nel corso dell’iniziativa del 29 novembre, non a caso, sarà illustrata innanzitutto l’attività che si svolge all’interno dell’Hospice, situato presso l’Ospedale di Casale: struttura presidiata da una équipe composta da medici, infermieri, psicologi, assistente sociale, Oss, fisioterapista e assistente spirituale.
L’Unità dell’Asst nasce nel 2009: oggi ha una dotazione di 12 posti letto, ognuno dei quali, spiega Carmelo Collemi, Coordinatore infermieristico della struttura «è in camera singola, con bagno interno e un divano letto che può ospitare, anche per un lungo periodo, un familiare invitato a completare lo spazio con complementi che richiamino l’ambiente domestico del paziente».
Nel corso del 2024 l’hospice ha ricoverato 283 pazienti (l’anno precedente erano stati 275). Quelli assistiti a domicilio, sono stati invece 446 (nel 2023 erano stati 409), seguiti, come sempre da tre équipe che partono ogni mattina, per il domicilio dei malati, da Casale, Lodi e Sant’Angelo Lodigiano.
E poi c’è l’attività ambulatoriale presso il Maggiore di Lodi e il presidio di Casale (850 visite in un anno, contro le 620 del 2023) e le consulenze intraospedaliere nei reparti dei 4 presidi sanitari dell’Asst (1.063 nel 2024).
Durante il convegno del 29 novembre si parlerà, naturalmente, di gestione del paziente; di fisioterapia e intervento psicologico; di musico-terapia e terapia del colore; di pet therapy e di clownerie in hospice.
Al centro della discussione anche il ruolo del volontariato. È significativo segnalare, a questo proposito, le associazioni di volontariato vicine alla struttura di cure palliative e che contribuiscono non poco all’attività dell’hospice: Pallium e Il Samaritano.
Tra le diverse iniziative che verranno presentate e illustrate anche l’attività della stanza sensoriale, in grado di offrire all’ospite una stimolazione, appunto, multisensoriale con un particolare flusso di immagini, luci colorate, suoni, profumi e con una grande vasca da bagno.
Alla fine dell’incontro sarà proiettato un video documentario intitolato “La stanza di Sonia”, girato dagli stessi operatori dell’Hospice.
Una giovane donna di 38 anni, malata terminale; suo marito e i suoi due bambini (7 e 4 anni) di origine tunisina ma da tempo residenti a Casale. Tutti e quattro hanno vissuto insieme per un mese in hospice.
Ogni mattina il papà portava i ragazzi a scuola; poi andava a riprenderli e si ritrovavano di nuovo accanto alla mamma, a pranzare, fare i compiti, cenare e condividere insieme i giorni che rimanevano.
«Nel documentario - dice Benedetta Franchi - ci siamo tutti noi operatori che facciamo i conti con questa esperienza e ancora una volta con il fine vita in genere; ci sono le immagini realizzate durante la degenza della donna; c’è il marito ritornato in hospice qualche mese dopo la scomparsa della moglie che ripercorre quel periodo che ha segnato tutti».
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