Ha 15 case ma è in crisi

«Bisogna aiutare i cittadini, ma iniziando da quelli onesti»: è un grido di disperazione quello di Aurora Collura, di origini siciliane ma lodigiana da ormai 46 anni. Una vita fatta di soddisfazioni e fatica, un lavoro come donna delle pulizie e barista, anni di sacrifici per comprare una casa. «Ho sempre dovuto convivere con i genitori ammalati, assisterli, e ora anche mio marito ha seri problemi di salute: per stare vicino a loro, ho dovuto inventarmi il lavoro sotto casa - spiega -. Tra mutui, prestiti e risparmi, ho comprato 15 appartamenti nello stesso condominio, in zona Revellino, che sto ancora pagando».Un po’ con gli affitti e un po’ con i risparmi, Collura riusciva a coprire le rate del mutuo: «Tutto, però, è cambiato dal 2007 - prosegue -. Gli inquilini, in gran parte stranieri, hanno smesso di pagare, e io non ce la faccio più a sostenere le spese». La signora Collura mostra i documenti: affitti insoluti per decine di migliaia di euro, mentre lei ha continuato per anni a pagare le utenze di tutti gli inquilini, finché, lo scorso inverno, ha gettato la spugna.«Mi hanno minacciata pubblicamente, mi hanno bruciato la macchina, e la sera ho paura a tornare a casa. Quest’anno ci hanno tagliato anche il gas, e in tutto questo i servizi sociali continuano a dare appoggio agli inquilini, ma non a me, perché io vengo vista come la benestante, mentre in realtà non so più cosa fare per tirare avanti: presto le banche porteranno via la casa anche a me».Una serie di avvenimenti che hanno portato Aurora Collura addirittura a pensare di togliersi la vita dandosi fuoco: «È stato martedì mattina: sono stata costretta a uno sfratto nei confronti di un mio inquilino. Dopo continui rimandi, martedì abbiamo provveduto ma, essendoci figli minorenni, era obbligatoria la presenza di un’assistente sociale, che in realtà non è mai arrivata, e non si è fatta rintracciare per ore fino all’intervento della Polizia locale, così ho tentato di compiere un gesto estremo, perché la mia situazione fosse finalmente considerata». Una situazione drammatica ma che, secondo Aurora Collura, non ha soluzione: «Le istituzioni sono complici: gli inquilini sperano di essere sfrattati perché così hanno più facile accesso alle case popolari. Il comune, invece, dovrebbe smetterla di dare loro contributi per l’affitto senza indagare su dove vengono spesi, e fare da mediatore tra la proprietà e gli affittuari».

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