Guerini sul caso dello scherzo telefonico russo a Giorgia Meloni: «Attenzione, non si deve ripetere»

Per il presidente lodigiano del Copasir c’è un problema di sicurezza

Lorenzo Guerini, l’alto esponente lodigiano del Pd ed ex ministro della Difesa, attuale presidente del Copasir (l’organo bilaterale del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica) è intervenuto sul tema caldo dello scherzo telefonico compiuto da due comici russi al presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni. I due, asseritamente vicini a Putin, si sono spacciati per il presidente della Commissione dell’Unione Africana e hanno spinto la premier a parlare di politica internazionale, immigrazione e guarda caso anche del sostegno all’Ucraina in guerra. «Ho avuto una conversazione telefonica con l’Autorità delegata, Alfredo Mantovano, che mi ha utilmente e adeguatamente ragguagliato su quanto avvenuto - ha dichiarato Guerini. Al netto delle legittime considerazioni che ciascuno può formulare sull’episodio, è prioritario agire affinché simili circostanze non si ripetano in futuro, consapevoli che possono essere considerate, tra le diverse ipotesi, anche come attività con fini malevoli e che quindi necessitano della massima attenzione». Nella dottrina “Gerasimov” della guerra ibrida che la Russia sviluppa da anni, anche una telefonata fake può diventare un’arma. Dal centrodestra però diversi esponenti superano l’imbarazzo per l’evidente inadeguatezza del “filtro” alle telefonate passate alla premier, replicando che la Meloni ha detto il suo pensiero né più né meno come in altre occasioni.

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