Guerini si interroga sul futuro del territorio

Agli elettori parla di futuro del partito, di riforme, di un cammino che non può e non deve fermarsi. Nella mattina “in casa” Pd, alla festa Pary(to) Democratico di Lodi, l’onorevole Lorenzo Guerini, ex sindaco e oggi vice segretario nazionale del partito, trova anche il tempo di rispondere a qualche domanda. In primis il tema caldo, ovunque, dei migranti e l’ipotesi accoglienza nella Fiera di Lodi. Scuote il capo a domanda precisa al progetto ventilato dall’ormai ex prefetto, Antonio Corona. «Nel Lodigiano abbiamo una buona tradizione di accoglienza, ma bisogna procedere con senso di responsabilità e coordinamento con i comuni, senza rincorrere soluzioni che rischiano di essere estemporanee - chiarisce - : ai tempi di Anci ho firmato un protocollo con l’allora Ministro dell’Interno Roberto Maroni per la distruzione regione per regione, fatta con responsabilità. Penso che oggi debba valere lo stesso principio, nel rispetto delle disponibilità e delle esigenze dei territori certo, ma nessuna regione può tirarsi indietro».

Poi il tema del futuro del Lodigiano, vissuto anche da primo presidente dell’allora neonata Provincia di Lodi. «Non possono esserci soluzioni affrettate - argomenta -: il Lodigiano deve discutere, come sta facendo, sul dove collocarsi nel nuovo quadro normativo in evoluzione. Non sulla base di posizioni formali, ma su analisi delle dinamiche socio-economiche e culturali. In questo senso, credo ci sia una maggiore affinità di relazioni con Milano».

In quel che il Lodigiano vuole o non vuole essere, tiene banco anche il tema delle trasformazioni ambientali vissute dal territorio, come il progetto per il maxi impianto di stoccaggio di gas di Cornegliano. «Da sindaco di Lodi sono stato l’unico a esprimere un parere non favorevole, con gli atti, e ancora oggi nutro forti perplessità - assicura -: bisogna ricordare che qualcuno che oggi partecipa ad assemblee e comitati, ai tempi, firmò pareri e convenzioni». L’onorevole Guerini ha protocollato un’interrogazione al Ministro all’ambiente sul tema, che ha ricevuto una risposta «in cui si ricorda la concessione autorizzata e l’iter, che non può essere soddisfacente». Rimane poi il tema dell’inserimento dello stoccaggio di Cornegliano tra i 14 progetti che il Governo Renzi ha inviato in Europa per i finanziamenti del piano Juncker, «ma - precisa Guerini - non è questo l’elemento decisivo. Quello di Cornegliano è solo uno dei progetti, su cui comunque l’attenzione è alta».

Nell’assemblea con gli elettori, coordinata dal segretario provinciale del partito Fabrizio Santantonio, Guerini fa il punto su un partito «che è l’unica vera infrastruttura politica di questo Paese» e che deve imparare a raccontarsi in modo diverso.

«Il risultato dei ballottaggi non può essere salutato con favore, ma siamo arrivati alla campagna elettorale in condizioni non favorevoli - argomenta l’ex sindaco di Lodi -: non è mai successo che su ogni provvedimento importante, ci si presenti in aula con due dichirazioni di voto. L’appello all’unità non è quello al pensiero unico».

Per questo Guerini ha annunciato un documento, a cui sta lavorando con Matteo Orfini, per ridisegnare il partito come il luogo della discussione, ma anche della decisione.

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