Guerini: «Profughi, lo Stato rispetti gli accordi presi o sarà il caos»

Confusione, enti locali non consultati e diseguaglianza nella distribuzione degli arrivi. Non si salva proprio niente nella visione del sindaco di Lodi sul modo in cui il governo sta gestendo l’arrivo dei profughi nel territorio. «Non ci si allontani dagli accordi tra Stato ed enti Locali di inizio aprile - è l’appello del delegato Anci alla Conferenza unificata-, altrimenti quando aumenteranno i profughi sul territorio, il sistema di accoglienza e solidarietà che anche la Lombardia è pronta a mettere in campo andrà in tilt». L’accordo prevede la consultazione degli enti locali e un ruolo centrale per la Protezione civile nella dislocazione degli arrivi su scala provinciale, a seconda delle possibilità dei territori. Ma questo, secondo l’associazione dei comuni, non è stato fatto. Il problema è economico - attualmente i profughi sono in hotel a spese dello Stato, ma poi rischiano di rimanere in carico ai comuni - ma non soltanto. La permanenza dei profughi sul territorio non comporta solo il loro sostentamento, ma anche la «necessità di programmi di accoglienza e di integrazione seri», con il coinvolgimento delle associazioni del territorio, inoltre i comuni hanno già chiesto che vengano riattivati gli Sprar (sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati). Per garantire una maggiore organizzazione una ruolo importante potrebbe giocarlo la regione e l’Anci lombardia ha spedito una lettera al Pirellone chiedendo una cabina di regia.

Guerini attacca il modo in cui il governo sta gestendo l’emergenza e come delegato Anci lamenta la mancanza di equità nella distribuzione degli arrivi. L’allarme riguarda le difficoltà nella gestione dell'emergenza ma anche i rapporti tra Stato ed enti locali

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