Guardamiglio, presentato il piano del Pd per una Sanità lodigiana un po’ migliore

«Serve un’Ast di Lodi staccata da Milano. E poi l’ospedale di Piacenza è a cinque minuti: perchè non possiamo essere portati lì?»

Si è tenuta ieri presso il Comune di Guardamiglio la conferenza stampa di presentazione del documento “Sanità nel Basso Lodigiano”, che si inserisce in un quadro di riferimento più ampio di revisione della Legge Maroni. Erano presenti: Anna Zeni, coordinatrice dei circoli del Basso Lodigiano e segretaria del circolo PD di Guardamiglio; Claudio Filippucci, vicesindaco di San Rocco al Porto e segretario del locale circolo PD; Gianpaolo Bergamaschi, membro della commissione sanità provinciale; Alberto Rancati, segretario del circolo PD di Corno Giovine e Valeria Menichini, segretaria del circolo PD di Senna Lodigiana.

Il discorso si è concentrato sulla natura “di confine” del Basso Lodigiano, in riferimento alla vicina Emilia-Romagna, che per molti cittadini risulta più comoda rispetto alle cure sanitarie, che però vengono ostacolate dalla burocrazia e dalla rigida gestione regionale, costringendo molti residenti nella condizione di avere il primo ospedale a 40 chilometri di distanza; quello di Lodi. Un problema che riguarda anche le ambulanze, costrette a venire da distanze maggiori all’interno della regione, quando a pochi chilometri dal luogo interessato ne potrebbe arrivare una da fuori. Da qui la richiesta di aprire i confini regionali rispetto alla sanità. Quindi quella di avere, ad esempio, presso l’ospedale di Piacenza, le stesse agevolazioni dei residenti in Emilia-Romagna e in generale di avere la possibilità di scegliere l’ospedale in cui farsi curare, senza preclusioni di residenza e che tra regioni di sia accesso reciproco alle cartelle cliniche dei cittadini.

Importante è stata però, anche la riflessione su quanto si possa migliorare all’interno di una situazione che viene giudicata disastrosa. «Abbiamo lavorato per diversi mesi a questo documento, raccogliendo le segnalazioni dei cittadini, per portare proposte in questo momento in cui è in corso la revisione della Legge Maroni», ha spiegato Zeni. Le richieste partono dalla necessità che la provincia di Lodi abbia un’ATS autonoma, perché «la scelta di unirsi all’area di Milano è stata un fallimento, perché siamo l’ultima ruota del carro di ATS. Questa è una delle battaglie più forti che faremo», ha osservato Bergamaschi. A seguire, la richiesta che i quattro ospedali presenti nella provincia di Lodi siano considerati una risorsa per il territorio e che ciascuno di questi sia rilanciato secondo la propria vocazione specifica (Lodi per acuti e come polo di riferimento, Codogno per acuti con pronto soccorso, Casalpusterlengo come polo oncologico e Sant’Angelo per le malattie infettive). Infine, un impegno nel rilancio e sostegno della sanità pubblica e dell’attività di prevenzione e la riorganizzazione della medicina territoriale a partire dai medici di base, in un territorio in cui ci sono paesi che ne sono rimasti privi.

Sopra a tutto, però, la speranza che i partiti di tutte le forze politiche possono trovare punti convergenti e cogliere questa occasione di cambiamento per migliorare i servizi essenziali e garantire il diritto alla salute dei cittadini.

© RIPRODUZIONE RISERVATA