GUARDAMIGLIO L’inps dovrà pagare i bonus a 15 lavoratori della ex Nilfisk

È arrivata la sentenza della Corte d’Appello relativa alle indennità di rioccupazione mai erogate

Andrea Bagatta

L’Inps deve pagare a 15 lavoratori ex-Nilfisk le somme del bonus rioccupazione che non aveva erogato loro perché avevano trovato lavoro precario, a tempo determinato, somministrato o interinale. Dopo la sentenza del tribunale di Lodi che dava ragione ai lavoratori nel novembre dell’anno scorso, Inps ha fatto ricorso, ma nei giorni scorsi la Corte d’Appello di Milano ha respinto la richiesta dell’istituto e confermato che dovrà sborsare i 33mila euro che non aveva corrisposto. È la prima volta in Italia che i tribunali si esprimono su un caso del genere. Dopo la chiusura dello stabilimento di Guardamiglio, nel 2018 era stato sottoscritto un accordo sindacale che prevedeva la cassa integrazione straordinaria per cessazione d’attività per tutti gli oltre 90 lavoratori, con un accordo di ricollocazione stipulato in sede ministeriale che prevedeva un servizio di assistenza nella ricerca di un nuovo posto di lavoro e il bonus “rioccupazione”, di importo pari alla metà dell’indennità di Cassa non percepita grazie al nuovo lavoro trovato. Inps però aveva interpretato il pagamento del bonus rioccupazione a proprio modo, e cioè riconoscendolo solo a coloro che avessero chiuso definitivamente il rapporto di lavoro con l’impresa in crisi. Poiché chi si si ricolloca a tempo determinato o in somministrazione sospende, ma non interrompe, la cassa integrazione e quindi il rapporto di lavoro con il precedente datore, a loro era stato calcolato un bonus molto inferiore e in alcuni casi non era stato erogato per niente. Da qui la decisione nell’ottobre 2021 di avanzare causa all’Inps, con l’assistenza di Fim Cisl .«In pratica, Inps ha applicato criteri decisamente illogici che, proprio in periodi in cui tanto si criticano coloro che percepiscono sussidi senza attivarsi a sufficienza per una ricollocazione lavorativa, penalizzano fortemente i lavoratori più attivi nella ricerca di soluzioni lavorative, anche temporanee - commenta Giuseppe Rossi, segretario Fim Cisl Pavia-Lodi -. Come Fim Cisl siamo molto soddisfatti per il risultato raggiunto, su un tema mai affrontato in precedenza dalla giurisprudenza, che premia giustamente lavoratori che non si sono adagiati a percepire l’indennità di cassa, ma si sono impegnati e messi in gioco per reperire velocemente nuove occupazioni».

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