Giovani disoccupati, a Lodi è peggio

I dati 2013 contenuti nell’ultimo rapporto elaborato

dall’ufficio studi di Confartigianato preoccupano:

un residente su dieci è ormai senza posto di lavoro

Non lavorano e spesso neppure studiano, precludendosi la possibilità di un futuro economicamente sostenibile. Sono i ragazzi lodigiani che alimentano l’esercito della disoccupazione giovanile. Un bacino di potenziali lavoratori che è cresciuto enormemente fra il 2007 e il 2013 e che, dal punto di vista percentuale, segna un solco tra la media regionale e i dati della provincia di Lodi. In provincia di Lodi il tasso di disoccupazione dei giovani fra i 15 e i 24 anni al 31 dicembre 2013 è salito al 38,7 per cento, con un forte incremento rispetto al 2012. Nel 2007 era invece fermo al 18,2 per cento. Il balzo in avanti sul breve-medio periodo è evidente e preoccupante. Se si considera che tra il 2007 e il 2013 la popolazione studentesca lodigiana non è aumentata in maniera significativa, una chiave di lettura è che è cresciuto il numero di chi non studia e neppure lavora. Il Lodigiano, peraltro, fa peggio rispetto alla media lombarda, che pone la disoccupazione giovanile al 30,8 per cento (nel 2007 era il 12,9 per cento).

Se si allarga la forchetta della popolazione di riferimento, il dato migliora, ma non si tratta certo di una situazione rosea. In provincia di Lodi nel 2013 il tasso di disoccupazione dei giovani fra i 15 e i 29 anni ha raggiunto il 20,1 per cento, in linea con la media lombarda. Nel 2007 il dato a livello lodigiano era dell’11,4 per cento, quello lombardo dell’8 per cento. Ampliando l’età di riferimento, inoltre, si intercettano i giovani che hanno ultimato il percorso universitario e dovrebbero essere entrati nel mondo del lavoro con profili elevati.

I dati sulla disoccupazione giovanile sono contenuti del Rapporto 2013 sull’economia lodigiana diffuso da Confartigianato. A questi si aggiunge, nel medesimo rapporto, una fotografia molto più ampia: il tasso di disoccupazione al 31 dicembre 2013 in provincia di Lodi ha raggiunto il 9 per cento (era il 3,7 nel 2008), collocando la nostra provincia tra le peggiori di Lombardia, visto che solo Mantova (9,1 per cento) fa peggio di noi.

«I dati parlano chiaro - afferma Mario Uccellini, segretario generale della Cisl di Lodi-Cremona-Mantova - per questo abbiamo la necessità di sfruttare nel migliore dei modi il progetto Garanzia giovani, che mette a disposizione finanziamenti importanti per l’inserimento lavorativo. Lancio dunque un appello alle aziende e alle organizzazioni datoriali affinché siano generosi. Garanzia giovani è un’occasione imperdibile per aprire le imprese a tanti giovani. Non si tratta di offrire loro occupazione a tempo indeterminato, ma di avviarli quantomeno al lavoro».

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